Quante sono le forme di allevamento della vite?
L’arte della forma: un’esplorazione delle diverse architetture della vite
La coltivazione della vite, attività antica quanto la civiltà stessa, si è evoluta nel tempo affinando tecniche e strategie per ottimizzare la resa e la qualità del prodotto. Un aspetto cruciale di questa evoluzione è rappresentato dalle diverse forme di allevamento, veri e propri “disegni” che l’uomo imprime alla pianta per guidarne la crescita e la produzione. Non si tratta di una semplice scelta estetica, ma di una decisione complessa che impatta profondamente sulla gestione del vigneto, sulla qualità delle uve e, di conseguenza, sul vino finale.
La classificazione delle forme di allevamento si basa principalmente su due parametri interconnessi: l’altezza della pianta e l’orientamento dei tralci. Questi due elementi, combinati tra loro, generano una sorprendente varietà di sistemi, ognuno con peculiarità e adattamenti specifici a diversi contesti pedoclimatici e alle esigenze varietali.
Considerando l’altezza, possiamo distinguere tra allevamenti:
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Bassi (<1m): Questi sistemi, spesso impiegati in zone ventose o con scarsa disponibilità di risorse, mantengono la pianta a stretto contatto con il suolo, limitando l’esposizione al vento e favorendo una maggiore concentrazione delle energie nella produzione di uva. L’esempio più classico è rappresentato da alcuni sistemi di allevamento a spalliera molto bassi.
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Medi (1-1,8m): Questa fascia di altezza rappresenta un buon compromesso tra facilità di gestione e ottimizzazione della fotosintesi. Consente una buona esposizione solare e una gestione relativamente agevole delle operazioni colturali.
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Alti (>1,8m): Questi allevamenti, tipicamente impiegati in zone con clima mite e scarsa piovosità, massimizzano l’esposizione solare e la ventilazione, limitando l’umidità e il rischio di malattie fungine. Tuttavia, richiedono una maggiore complessità gestionale e strutture di sostegno più robuste.
L’orientamento dei tralci, invece, introduce ulteriori livelli di complessità e differenziazione:
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Orizzontale (Tendone): Questo sistema, caratterizzato da una disposizione orizzontale dei rami, massimizza la superficie fogliare esposta al sole, garantendo un’ottima fotosintesi. Richiede però una maggiore attenzione alla gestione dello spazio e alla potatura.
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Obliquo (Pergola): La disposizione obliqua dei tralci offre un compromesso tra l’esposizione solare del tendone e la gestione più agevole di sistemi verticali. Le pergole, in diverse varianti, si adattano a diverse esigenze e contesti.
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Verticale (Guyot): Il Guyot, con le sue varianti, è un sistema di allevamento a basso fusto, caratterizzato da un unico braccio principale da cui si sviluppano i tralci fruttiferi. È un sistema molto diffuso per la sua semplicità di gestione e la sua adattabilità a diverse varietà.
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Tridimensionale (Alberello): Questo sistema, che richiama la forma di un piccolo albero, rappresenta una delle forme di allevamento più antiche e suggestive. La sua struttura tridimensionale offre una notevole esposizione solare e una buona ventilazione, ma richiede una maggiore competenza nella potatura e nella gestione della pianta.
La combinazione di questi parametri genera una vasta gamma di forme di allevamento, ciascuna adattata a specifiche condizioni pedoclimatiche, varietà di vite e obiettivi produttivi. La scelta della forma di allevamento più adatta rappresenta quindi un aspetto fondamentale per la riuscita dell’intera impresa vitivinicola, un’arte che si tramanda di generazione in generazione e che continua ad evolversi alla ricerca della perfetta armonia tra pianta e ambiente.
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