Quando una casa è dichiarata inabitabile?

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Un immobile è dichiarato inabitabile quando presenta un grave degrado fisico (come ruderi o rischio di crollo) oppure unobsolescenza strutturale, funzionale o tecnologica. Questa condizione non deve essere risolvibile con semplici interventi di manutenzione, sia ordinaria che straordinaria, ma richiede interventi più complessi e radicali.

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Dichiarazione di inabitabilità: Quando una casa non è più una casa

La casa, rifugio e nido familiare, a volte può trasformarsi in un luogo insicuro e inadatto alla vita. Ma quando un immobile viene effettivamente dichiarato inabitabile? La legge non fornisce un elenco esaustivo, ma individua alcuni parametri chiave che ruotano attorno al concetto di grave degrado e impossibilità di ripristino con interventi ordinari.

L’inabitabilità di un immobile non si limita alla semplice presenza di disagi o inconvenienti. Deve sussistere una compromissione sostanziale delle condizioni igienico-sanitarie e di sicurezza, tale da rendere l’edificio pericoloso o non idoneo alla permanenza di persone. Questa condizione può derivare da diverse cause, riconducibili a due macro-categorie: degrado fisico e obsolescenza.

Il degrado fisico si manifesta con evidenti segni di deterioramento strutturale, come lesioni profonde nelle murature, infiltrazioni d’acqua persistenti, presenza di muffa diffusa, instabilità di solai e coperture, fino a situazioni estreme come ruderi o rischio di crollo. In questi casi, l’inagibilità è spesso evidente e immediata.

L’obsolescenza, invece, può essere più subdola. Si parla di obsolescenza strutturale quando l’edificio, pur apparentemente integro, non rispetta più gli standard di sicurezza antisismica o presenta gravi difetti costruttivi. L’obsolescenza funzionale riguarda l’inadeguatezza degli impianti e la distribuzione degli spazi interni, che non rispondono più alle esigenze abitative contemporanee (ad esempio, mancanza di servizi igienici o di un impianto di riscaldamento adeguato). Infine, l’obsolescenza tecnologica si riferisce all’assenza di impianti e infrastrutture essenziali per il comfort e la sicurezza, come un impianto elettrico a norma o un sistema di scarico delle acque reflue efficiente.

Il punto cruciale per la dichiarazione di inabitabilità risiede nella non ripristinabilità delle condizioni di sicurezza e igiene mediante interventi di manutenzione ordinaria o straordinaria. Se il problema può essere risolto con una semplice riparazione, una tinteggiatura o la sostituzione di un elemento impiantistico, l’immobile non sarà dichiarato inabitabile. Al contrario, se il ripristino richiede interventi radicali e complessi, come il consolidamento strutturale, la rifacimento degli impianti o la demolizione e ricostruzione di parti dell’edificio, allora si configura la condizione di inabitabilità.

La dichiarazione di inabitabilità ha conseguenze significative, come il divieto di utilizzo dell’immobile e l’obbligo di eseguire gli interventi necessari per il ripristino delle condizioni di abitabilità. È quindi fondamentale rivolgersi a tecnici qualificati per valutare lo stato dell’immobile e individuare le soluzioni più appropriate. Ignorare una situazione di inabitabilità può comportare gravi rischi per la sicurezza e la salute degli occupanti, oltre a pesanti sanzioni amministrative.