Quanti minuti di pubblicità fanno al cinema?

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Nei nostri cinema, durante le proiezioni è sempre previsto un intervallo pubblicitario di 8 minuti. Questa pausa non si applica esclusivamente alle sale IMAX.

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Il Lato Oscuro del Grande Schermo: Otto Minuti di Pubblicità al Cinema, Un’Invasione Silenziosa

Seduti in poltrona, con la luce che si affievolisce e l’attesa che cresce. Finalmente, il sipario (o meglio, lo schermo) sta per alzarsi. Ma prima di immergerci in mondi fantastici, storie avvincenti e personaggi memorabili, dobbiamo affrontare una realtà spesso sgradita: la pubblicità.

Nei nostri cinema, la consuetudine è chiara: otto minuti di spot, trailer e promozioni varie precedono l’inizio del film vero e proprio. Un rituale a cui, ormai, siamo quasi rassegnati, ma che merita una riflessione.

Otto minuti. Potrebbero sembrare pochi, ma in un contesto come quello cinematografico, dove l’esperienza dovrebbe essere immersiva e totalizzante, rappresentano un’interruzione significativa. Un brusco risveglio dal sogno, un ritorno alla realtà consumistica che spesso cerchiamo di fuggire varcando la soglia del cinema.

Questa pratica, apparentemente innocua, solleva diverse questioni. Prima di tutto, la trasparenza. Paghiamo un biglietto per vedere un film, non per essere bombardati da messaggi pubblicitari. Sarebbe lecito chiedersi se non dovremmo essere informati in modo più chiaro sulla presenza di questo “intervallo promozionale” al momento dell’acquisto del biglietto.

Inoltre, l’efficacia di questa strategia è discutibile. Quante persone prestano davvero attenzione agli spot, in quel limbo tra la fine della giornata e l’inizio del film? Molti probabilmente si perdono in chiacchiere, controllano il telefono o semplicemente attendono che la tortura finisca. Non sarebbe più produttivo investire in forme di pubblicità più mirate ed efficaci?

La questione diventa ancora più spinosa se consideriamo le sale IMAX. La promessa di un’esperienza visiva e sonora senza pari, unita al costo del biglietto spesso più elevato, stride con la presenza degli stessi otto minuti di pubblicità che troviamo nelle sale tradizionali. L’immersività promessa viene compromessa, e la sensazione è quella di aver pagato un extra per subire la stessa interruzione pubblicitaria.

In conclusione, l’abitudine degli otto minuti di pubblicità al cinema rappresenta un piccolo ma significativo vulnus all’esperienza cinematografica. Un compromesso, forse necessario per la sostenibilità economica delle sale, ma che meriterebbe di essere ripensato. Forse una riduzione del tempo dedicato alla pubblicità, o una sua collocazione più strategica, potrebbero contribuire a restituire al cinema la sua magia originaria, senza dover necessariamente rinunciare ai benefici economici che la pubblicità porta con sé. In fondo, la vera magia del cinema dovrebbe iniziare con il silenzio, non con il rumore assordante della pubblicità.

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