Che esami fare se si ha la pancia gonfia?
Se hai la pancia gonfia, gli esami da fare sono:
- Esame delle feci
- Esami del sangue di routine
- Radiografia delladdome
- Ecografia addominale
- Esofagogastroduodenoscopia
- Colonscopia con biopsie
Pancia Gonfia: Quando la sintomatologia richiede un approfondimento diagnostico
La sensazione di pancia gonfia è un disturbo comune, spesso transitorio e legato a fattori alimentari o a uno stile di vita sedentario. Tuttavia, in alcuni casi, può essere il sintomo di una patologia sottostante che necessita di una valutazione medica approfondita. Ignorare un gonfiore persistente o associato ad altri sintomi, come dolore addominale, alterazioni della defecazione o perdita di peso, può essere dannoso. Ma quali esami sono necessari per accertare la causa del problema?
La scelta degli esami diagnostici dipende dall’anamnesi del paziente, dalla durata e dalla severità del gonfiore, e dalla presenza di eventuali sintomi concomitanti. Non esiste un protocollo unico, ma un percorso diagnostico personalizzato guidato dal medico. In generale, si può procedere con una serie di accertamenti, che possono essere suddivisi in esami di primo e secondo livello:
Esami di primo livello:
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Esame delle feci: Questo esame permette di valutare la presenza di sangue occulto, parassiti intestinali o alterazioni della flora batterica, tutti elementi che possono contribuire al gonfiore addominale. L’analisi delle feci fornisce informazioni cruciali sulla funzionalità del tratto gastrointestinale.
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Esami del sangue di routine: Un emocromo completo, insieme ad analisi della funzionalità epatica e renale, offre un quadro generale dello stato di salute del paziente, escludendo eventuali patologie sistemiche che potrebbero influenzare l’apparato digerente. Livelli anomali di alcuni indicatori possono suggerire infiammazioni, infezioni o altre problematiche.
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Ecografia addominale: Questo esame, non invasivo e ampiamente disponibile, fornisce immagini dettagliate degli organi addominali, permettendo di visualizzare eventuali anomalie a carico di fegato, milza, pancreas, reni e, soprattutto, intestino. Permette di rilevare la presenza di masse, ascessi, o alterazioni della struttura degli organi.
Esami di secondo livello (richiesti in caso di sospetto di patologie più specifiche o se gli esami di primo livello risultano inconcludenti):
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Radiografia dell’addome: Un esame radiologico che, pur fornendo meno dettagli rispetto all’ecografia, può essere utile per individuare la presenza di ostruzioni intestinali o corpi estranei.
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Esofagogastroduodenoscopia (EGDS): Una procedura endoscopica che permette la visualizzazione diretta dell’esofago, dello stomaco e del duodeno. Consente di individuare eventuali ulcere, gastriti, reflusso gastroesofageo, ernie iatali o tumori. In alcuni casi, si possono eseguire biopsie per un’analisi istologica.
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Colonscopia con biopsie: Questa procedura endoscopica permette l’esplorazione del colon e del retto, consentendo la visualizzazione di polipi, infiammazioni (come la colite ulcerosa o il morbo di Crohn) e tumori. Le biopsie, prelevate durante l’esame, permettono un’analisi istologica per una diagnosi definitiva.
È fondamentale sottolineare che la pancia gonfia è un sintomo, non una diagnosi. Solo un medico, dopo una visita accurata e l’eventuale prescrizione degli esami appropriati, può individuare la causa del problema e impostare il trattamento più adeguato. Non tentare l’autodiagnosi e, in caso di gonfiore persistente o accompagnato da altri sintomi preoccupanti, rivolgiti tempestivamente a un professionista sanitario.
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