Come calcolare il prezzo dal margine?
Prezzo di vendita = Costo unitario + (Costo unitario x Margine%)
Esempio: Costo unitario €4,50; Margine 60%
Prezzo di vendita = €4,50 + (€4,50 x 0,60) = €7,20
Questo calcolo determina il prezzo di vendita unitario, garantendo il margine desiderato.
Come calcolare il prezzo di vendita partendo dal margine di profitto desiderato?
Cavolo, calcolare il prezzo… mi ricorda quella volta a Firenze, Giugno 2022, dovevo vendere i miei dipinti artigianali alla Fiera di San Lorenzo. Ogni quadro mi costava circa 40 euro in materiali, un bel po’ considerando i colori a olio.
Volevo un margine del 50%, un buon guadagno, no? Quindi… 40 euro + (40 euro x 0,50) = 60 euro. Facile, in teoria. Ma poi c’era l’affitto dello stand (150 euro per tre giorni!), le tasse… e il prezzo finale? Beh, più di 60 euro, ovvio.
La formula è semplice, costo + margine di profitto desiderato. Per esempio, se il costo è 4,5 euro e vuoi il 60%, fai 4,5 + (4,5 x 0,60) = 7,2 euro. Quello è il prezzo di vendita. Punto.
Domande e Risposte:
- Come calcolare il prezzo di vendita con il margine di profitto? Costo unitario + (Costo unitario x Margine di profitto%).
- Esempio? Costo 4,5 euro, margine 60%: 4,5 + (4,5 x 0,60) = 7,2 euro.
Come stabilire il prezzo di vendita di un prodotto?
E adesso, che ore saranno? Mi chiedevo come… come si fa a mettere un prezzo alle cose.
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Sommi quello che ti costa farlo. Cioè, la materia prima, chi ci ha lavorato… le cose dirette, insomma.
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Poi, aggiungi tutte le altre spese. L’affitto del posto, la luce, la pubblicità… quelle cose che ci sono sempre, anche se non vendi niente.
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E alla fine, ci metti sopra quello che vuoi guadagnare. Ma… non è così facile, eh. Dipende da cosa vuoi fare, se vuoi vendere tanto a poco prezzo o poche cose a tanto. E poi, c’è il mercato. Se tutti gli altri lo vendono a meno, non puoi fare come ti pare.
Ricordo quando vendevo le mie sculture di argilla al mercatino. Credevo fossero speciali, uniche. Ma la gente guardava solo il prezzo. Forse, alla fine, non erano poi così speciali. O forse, io non ero brava a venderle. Chissà.
Come calcolare un margine del 20%?
Ahah, calcolare il margine del 20%? Figurati, è semplicissimo! Io lo faccio sempre così, dividi il costo per 0,8. Tipo, se un maglione mi costa 10 euro, 10 diviso 0,8 fa 12,50. Capito? 12,50 euro il prezzo finale. Ci guadagni 2,50, che è il 20%. Facile facile!
Oppure, un altro modo, se ti trovi meglio così, calcoli il 25% del costo e poi lo aggiungi al costo. È la stessa cosa eh! È più un metodo che usavo prima, ora preferisco il primo, mi sembra più veloce, ma funziona uguale! Anche se a volte mi confondo ancora, sai come sono!
Ricorda:
- Metodo 1: Costo / 0.8 = Prezzo finale (più veloce per me!)
- Metodo 2: (Costo * 0.25) + Costo = Prezzo finale (il vecchio metodo)
Io, l’anno scorso, ho usato questo metodo per i miei orecchini fatti a mano, venduti al mercatino di Natale, e mi sono trovata benissimo! Quest’anno, proverò con braccialetti, vediamo che succede! Spero di vendere tutto eh, ho lavorato un sacco!
Infatti, a parte il materiale, considera anche il tempo che ci impieghi. Quello non si può proprio calcolare, ma conta tantissimo. Se fai un capolavoro ci vuole tempo, e il tempo si paga. Ah, e poi il marketing, la pubblicità, tutto questo pesa! Non è solo matematica, eh!
Come si determina il prezzo di una merce?
Prezzo? Mamma mia, che casino! Dipende da mille cose… Il costo del prodotto prima di tutto, ovvio. Quello che mi costa a me, insomma. Poi, quanto sono disposta a guadagnare, la margine diciamo.
- Prezzo di acquisto della materia prima: quest’anno la seta per le mie sciarpe è salita di un 20%!
- Il mercato: se sono l’unica a fare sciarpe con questo tipo di seta, posso chiedere di più, giusto? Se invece ci sono mille negozi, devo stare attenta.
- Il cliente: una sciarpa da 500 euro? Per chi è? Per la clientela di lusso, ovviamente. Se la voglio vendere a tutti, devo abbassare il prezzo. Eh già…
- Marketing: se faccio una bella campagna social, magari posso permettermi di aumentare un po’ il prezzo, no?
Che palle, tutto questo calcolo! A volte vado a sentimento. Tipo, metto un prezzo e spero che vada bene! Poi vedo come va e aggiusto. Quest’anno, per esempio, sto provando una strategia nuova… spero funzioni! Devo pure guardare le tasse… cavolo, è un bordello!
Strategie di prezzo: Ho pensato a un prezzo fisso, oppure sconti, offerte… devo decidere. Devo anche considerare i costi di spedizione! Anche quelli contano. Ogni anno mi sembra di dover rifare tutto da capo! Quest’anno, con l’inflazione… uff!
Come viene determinato il prezzo?
Mamma mia, il prezzo… che casino! Mi ricordo quando aprii il mio negozietto di bigiotteria fatta a mano qui a Trastevere, Roma, era il 2015… panico!
- Costi: Ovvio, prima devi vedere quanto ti costa fare quella collana, no? Materiali, tempo… quello è basilare.
- Domanda: Poi, io guardavo quante persone entravano e chiedevano una certa cosa. Se tutti volevano le collane con le pietre blu, beh… magari un euro in più lo mettevo, dai!
- Profitto: Certo, non lavoro per la gloria! Volevo guadagnarci qualcosina, altrimenti chi mi pagava l’affitto? Quindi, un margine di profitto dovevo pur metterlo.
- Concorrenza: Fondamentale! Trastevere è pieno di negozietti come il mio. Dovevo vedere quanto chiedevano gli altri per cose simili. Non potevo sparare prezzi troppo alti, altrimenti chi comprava da me?
Mi ricordo ancora il terrore di sbagliare i prezzi. A volte abbassavo troppo e ci rimettevo, altre volte ero troppo alta e non vendevo niente. Un incubo!
Poi, con il tempo, ho imparato a “sentire” il mercato. A capire cosa la gente era disposta a spendere. Adesso, nel 2024, ho anche un piccolo shop online, ma il principio è lo stesso: costi, domanda, profitto e occhio ai concorrenti! Ah, e tanta passione, quella non deve mancare mai!
Quanto deve essere il ricarico su un prodotto?
Uè, amico! Ricarico…bella domanda! Allora, diciamo che il ricarico è la differenza tra quanto lo vendi e quanto ti costa, ok? Però attenzione, bisogna togliere l’IVA da entrambi i prezzi, sennò fai un casino!
- Prezzo di vendita MENO costo di acquisto, TUTTO senza IVA. Capito? Se no rifacciamo i conti insieme.
Faccio un esempio, eh, per capirci meglio. Poniamo che compri una cosa a 100 euro + IVA e poi la rivendi a 150 euro + IVA. Il ricarico è di 50 euro. Facile, no? Cioè, poi dipende… dipende da cosa vendi, da quanto è la concorrenza, da un sacco di cose, insomma. Però, in linea di massima, è così che si calcola.
- Ricorda: IVA fuori dai giochi!
Ah, una cosa! Io, per esempio, quando vendevo le mie magliette fatte a mano (sì, le facevo io, con la mia stampante scrausa!), ci mettevo un ricarico del 100%! Certo, era un altro discorso, erano pezzi unici. Però, insomma, vedi tu cosa ti conviene. Però, ecco, 50 euro mi sembra un buon punto di partenza…
- Ogni prodotto ha il suo ricarico ideale.
Qual è un buon margine di guadagno?
Ah, il margine di guadagno… mi ricordo ancora quando ho aperto la mia piccola bottega di ceramiche a Faenza, nel 2018. All’inizio, pensavo solo a creare oggetti belli, poi ho dovuto fare i conti con la realtà.
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Il 10%? Mah, diciamo che per me era il minimo sindacale per pagare l’affitto del laboratorio e la bolletta del forno. Ero contenta, certo, ma non mi permetteva di investire in nuovi materiali o di fare pubblicità.
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Il 20%? Ecco, quello era il sogno! Quando riuscivo a vendere qualche pezzo speciale a quel prezzo, mi sentivo una regina! Potevo finalmente comprare quella vernice color turchese che tanto mi piaceva e magari regalarmi una pizza con gli amici.
Poi ho imparato che non è solo una questione di numeri. Dipende tanto dal tipo di attività, dai costi fissi, dalla concorrenza. Però, ecco, una cosa l’ho capita:
- Avere un buon margine ti dà la libertà di respirare e di continuare a fare quello che ami.
Ora, nel 2024, ho anche un piccolo shop online e le cose vanno un po’ meglio. Ho imparato a calcolare meglio i costi e a valorizzare il mio lavoro. Però il brivido di arrivare al 20%… quello è sempre una bella emozione!
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