Come si chiama la pesca in mare?
La pesca in mare praticata dalla riva si avvale di diverse tecniche, tra cui:
- Bolognese: Impiega una canna lunga e leggera con mulinello fisso.
- Eging: Utilizzata per catturare i calamari, con esche artificiali simili a pesci.
- Surf-casting: Si lancia lesca a lunga distanza con una canna potente e un grosso mulinello.
- Spinning: Impiega una canna con mulinello a bobina rotante e unesca o un artificiale collegati a un filo flessibile.
Dalla Riva al Blu: Un’Immersione nelle Tecniche di Pesca in Mare
La pesca in mare, praticata dalla riva, offre un’esperienza coinvolgente a contatto con la natura e la sfida di catturare le creature degli abissi. Sebbene non esista un nome specifico per definire genericamente questa attività, spesso ci si riferisce ad essa semplicemente come “pesca da riva”, “pesca dalla costa” o, più specificamente, con il nome della tecnica impiegata. Quest’ultima, infatti, varia a seconda del bersaglio e delle condizioni marine, aprendo un ventaglio di possibilità per gli appassionati.
Dalle acque calme delle baie alle onde impetuose delle scogliere, ogni scenario richiede un approccio diverso. Esploriamo quindi le tecniche più diffuse per la pesca dalla riva:
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La Bolognese: Un Classico Intramontabile. Elegante e versatile, la pesca alla bolognese si avvale di canne lunghe e leggere, dotate di mulinello fisso. Questa tecnica, ideale per fondali medio-bassi e acque relativamente calme, permette di insidiare una vasta gamma di specie, dalle mormore ai saraghi, utilizzando esche naturali come vermi, gamberetti o bigattini. La sensibilità della canna consente di percepire anche le abboccate più delicate, rendendo l’esperienza particolarmente appagante.
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L’Eging: A Caccia di Cefalopodi. Dedicata alla cattura di calamari e seppie, l’eging si distingue per l’utilizzo di esche artificiali, chiamate “egi”, che imitano la forma e i movimenti di piccoli pesci. Queste esche, dotate di ami ad ago, vengono animate con movimenti a “strappi” per attirare l’attenzione dei cefalopodi. L’eging richiede una canna specifica, relativamente corta e rigida, con un mulinello a bobina fissa e un filo trecciato per una migliore sensibilità.
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Il Surf-Casting: La Sfida della Distanza. Per chi ama lanciare l’esca a distanze considerevoli, il surf-casting è la tecnica ideale. Canne potenti e robuste, abbinate a mulinelli di grandi dimensioni, permettono di raggiungere zone di pesca inaccessibili con altre tecniche. Piombi pesanti e terminali resistenti completano l’attrezzatura, consentendo di affrontare le condizioni più impegnative, come mare mosso e forti correnti. Il surf-casting è particolarmente indicato per la pesca di orate, spigole e mormore.
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Lo Spinning: Versatilità e Dinamismo. Lo spinning si caratterizza per l’utilizzo di canne con mulinello a bobina rotante e esche artificiali o naturali montate su un filo flessibile. Questa tecnica, estremamente versatile, permette di insidiare diverse specie di pesci, adattando l’esca e il recupero in base al predatore. Dalla spigola al serra, passando per il barracuda, lo spinning offre un’esperienza dinamica e coinvolgente, richiedendo al pescatore una costante attenzione e la capacità di interpretare i segnali provenienti dall’ambiente marino.
In conclusione, la pesca in mare dalla riva offre un’ampia gamma di possibilità, ognuna con le sue peculiarità e sfide. Scegliere la tecnica più adatta dipende dalle proprie preferenze, dalle condizioni del mare e, naturalmente, dalle specie che si desidera catturare. L’importante è sempre rispettare l’ambiente marino e praticare questa attività con responsabilità e consapevolezza.
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