Come uscire dalla disfagia?

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Ah, la disfagia... un problema davvero fastidioso! Io per primo ho imparato che prestare attenzione a come mastico e ingoio è fondamentale. Cerco di concentrarmi su ogni boccone, masticando con cura. E con i liquidi, mamma mia, vado lentissimo! Piccoli sorsi, un po alla volta, per evitare che vadano di traverso. È una noia, lo ammetto, ma preferisco la lentezza alla sensazione orribile di soffocamento.

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Disfagia, eh? Che parolaccia. Suona pure male, quasi quanto ci si sente quando la provi. Vi immaginate? Avere difficoltà a deglutire. Sembra una cosa così… basilare, no? Mangiare, bere. E invece diventa una lotta.

Io, ad esempio, ho dovuto imparare a mangiare di nuovo, quasi. Tipo quando eri piccolo e tua nonna ti diceva “mastica bene!”. Ecco, io ora lo faccio per forza. Ogni boccone, una meditazione. Mastico, mastico, mastico… finché non diventa quasi liquido. Che palle, a volte! Ma se no… beh, preferisco non pensarci. Quella sensazione di soffocamento… бррр! Mi viene ancora i brividi solo a ricordarla. Una volta, stavo mangiando un pezzo di pizza – chi non ama la pizza? – e mi è andata di traverso. Panico. Non riuscivo a respirare. Da allora, la pizza la taglio a pezzettini microscopici. Tristezza infinita, lo so.

E i liquidi poi… Una tragedia! Niente più bei sorsi rinfrescanti. Solo piccoli, piccolissimi sorsi. Quasi goccia a goccia. Tipo un colibrì, giuro. Ricordo una cena con amici, tutti che bevevano allegramente il loro vino, e io lì, con il mio bicchierino d’acqua, a sorseggiare come se fosse champagne pregiato. Che figura! Ma che dovevo fare? Meglio fare la figura del “precisino” che rischiare di nuovo.

Ho letto da qualche parte – non mi ricordo dove, forse su internet – che la disfagia colpisce una certa percentuale di persone, non so, tipo il 10%? Boh, non sono sicuro del numero. Ma insomma, non sono solo. E questa è già una piccola consolazione. Certo, non è che mi faccia sentire meglio, ma sapere che altri capiscono… è importante, no?

Insomma, la disfagia è una rottura di scatole. Ma si impara a conviverci. Si impara ad apprezzare le piccole cose, tipo un boccone che va giù liscio. E si impara ad avere pazienza. Tanta, tanta pazienza.