Cosa succede dopo 2 giorni di digiuno?

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Dopo circa 48-72 ore di astensione dal cibo, si possono manifestare benefici a livello mentale. Lumore tende a stabilizzarsi, promuovendo una sensazione di calma e maggiore equilibrio emotivo. Questo miglioramento del benessere psicologico è uno degli effetti positivi che possono accompagnare il digiuno prolungato.

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Oltre la fame: la quiete dopo due giorni di digiuno

Il digiuno, pratica antica e trasversale a molte culture, non è solo astensione dal cibo. È un processo che coinvolge corpo e mente, un viaggio interiore che può portare a sorprendenti scoperte. Mentre i primi due giorni sono spesso dominati dalla fame e da possibili cali di energia, superata questa fase iniziale, il corpo inizia ad adattarsi, aprendo la strada a potenziali benefici, soprattutto a livello mentale.

Dopo circa 48-72 ore senza cibo, il brusio incessante dei pensieri, l’altalena emotiva che spesso ci accompagna, sembrano placarsi. Come se il corpo, liberato dal compito della digestione, potesse finalmente dedicare le proprie energie a riequilibrare il sistema nervoso. Non si tratta di una semplice sensazione di “pancia piena” che induce appagamento, ma di qualcosa di più profondo. Una sorta di reset mentale che promuove una maggiore stabilità dell’umore, una calma più pervasiva e un senso di equilibrio emotivo.

Diversi fattori potrebbero contribuire a questo fenomeno. La riduzione dei livelli di glicemia, ad esempio, può favorire una maggiore stabilità dell’umore, contrastando i picchi e le cadute che spesso alimentano l’irritabilità e l’ansia. Inoltre, il digiuno stimola la produzione di corpi chetonici, utilizzati dal cervello come fonte di energia alternativa al glucosio. Alcuni studi suggeriscono che i corpi chetonici possano avere un effetto neuroprotettivo e contribuire a migliorare la funzione cognitiva. Infine, il digiuno può innescare meccanismi di autofagia, un processo di “pulizia cellulare” che potrebbe avere un impatto positivo sulla salute del cervello e, di conseguenza, sull’umore.

È importante sottolineare che il digiuno prolungato non è adatto a tutti e va intrapreso con cautela, preferibilmente sotto la supervisione di un medico o di un nutrizionista. Le reazioni individuali possono variare notevolmente e condizioni preesistenti, come il diabete o disturbi alimentari, rappresentano controindicazioni assolute.

Tuttavia, l’esperienza di chi lo pratica correttamente suggerisce che, superate le difficoltà iniziali, il digiuno può offrire una preziosa opportunità per ascoltare i segnali del proprio corpo e sperimentare una rinnovata chiarezza mentale. Un viaggio verso l’interno, alla scoperta di una quiete che risiede oltre la fame.