Cosa succede se un supermercato vende roba scaduta?

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La Corte di Cassazione ha stabilito che la vendita di alimenti con data di consumarsi preferibilmente entro o consumarsi entro superata non costituisce reato penale. Tale azione configura invece una semplice violazione amministrativa. La legge considera quindi prioritario il controllo igienico-sanitario del prodotto, piuttosto che la mera data indicata.

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Vendita di prodotti scaduti: quali sono le conseguenze legali?

Secondo una recente sentenza della Corte di Cassazione, il reato di vendita di alimenti scaduti non sussiste, configurando invece una violazione amministrativa.

La Corte ha stabilito che il controllo igienico-sanitario dei prodotti alimentari ha la priorità rispetto alla data di scadenza indicata sulla confezione. Ciò significa che la vendita di alimenti la cui data di “consumarsi preferibilmente entro” o “consumarsi entro” è superata non costituisce più un illecito penale.

Questa decisione ha suscitato alcune polemiche, poiché potrebbe incoraggiare la vendita di prodotti alimentari avariati. Tuttavia, la Corte ha sottolineato che la priorità resta la salute del consumatore, e che le autorità sanitarie hanno il compito di garantire la sicurezza alimentare.

La vendita di prodotti scaduti comporta ora solo una sanzione amministrativa, che può variare a seconda della gravità della violazione. Le sanzioni possono includere multe, la sospensione dell’attività o addirittura la chiusura dell’esercizio commerciale.

È importante notare che la decisione della Cassazione non autorizza la vendita di prodotti alimentari pericolosi o dannosi per la salute. Le autorità sanitarie continueranno a vigilare sulla sicurezza alimentare e a sanzionare coloro che violano le norme igienico-sanitarie.

Pertanto, i consumatori dovrebbero prestare attenzione alle condizioni dei prodotti alimentari che acquistano e segnalare eventuali irregolarità alle autorità competenti.