Perché ho voglia di mangiare anche se non ho fame?

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La fame nervosa spinge a mangiare anche senza un reale bisogno fisiologico. Questo desiderio di cibo nasce da emozioni negative come noia, stress, tristezza o ansia, che si cerca di compensare col cibo.

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Il cibo come anestetico emotivo: perché mangiamo anche senza fame?

Spesso ci troviamo a rovistare nel frigorifero o nella dispensa, pur sapendo di aver mangiato da poco e di non avere realmente fame. Una sensazione familiare a molti, che nasconde dietro la voglia di masticare qualcosa un malessere più profondo: la fame nervosa, o fame emotiva. Questo impulso irrefrenabile verso il cibo non è dettato da un bisogno fisiologico, ma rappresenta un tentativo, spesso inconscio, di placare emozioni negative come stress, ansia, tristezza, frustrazione o persino noia.

Il cibo, in questi casi, diventa una sorta di anestetico emotivo, un rifugio momentaneo da una realtà percepita come difficile o spiacevole. L’atto di mangiare, soprattutto cibi ricchi di zuccheri e grassi, stimola la produzione di endorfine, neurotrasmettitori che generano una sensazione di benessere e piacere, offrendo un sollievo temporaneo dal disagio emotivo. Si instaura così un circolo vizioso: l’emozione negativa spinge a mangiare, il cibo genera una sensazione di piacere che placa temporaneamente l’emozione, ma il sollievo è effimero e presto l’emozione riemerge, spingendo nuovamente verso il cibo.

Riconoscere la fame nervosa è il primo passo per interromperne il ciclo. A differenza della fame fisiologica, che si manifesta gradualmente con segnali fisici come borbottii allo stomaco, debolezza e calo di energia, la fame emotiva si presenta improvvisamente, con un desiderio irrefrenabile di cibi specifici, spesso ricchi di zuccheri, grassi e sale, i cosiddetti “comfort food”. Inoltre, la fame nervosa è spesso accompagnata da un senso di colpa e vergogna dopo aver mangiato.

Cosa fare, quindi, per gestire la fame emotiva? Innanzitutto, è importante imparare a riconoscere le proprie emozioni e a gestirle in modo sano, senza ricorrere al cibo come unica soluzione. Attività come lo yoga, la meditazione, l’esercizio fisico o anche semplicemente dedicarsi ad un hobby possono aiutare a canalizzare le emozioni negative e a ridurre lo stress. Imparare a prendersi cura di sé, dedicandosi del tempo e ascoltando i propri bisogni, è fondamentale per costruire un rapporto più equilibrato con il cibo. Infine, se la fame nervosa diventa un problema difficile da gestire da soli, è importante rivolgersi ad un professionista, come uno psicologo o un nutrizionista, che potrà fornire un supporto adeguato e personalizzato. Liberarsi dalla trappola della fame emotiva non significa rinunciare al piacere del cibo, ma imparare a goderne in modo consapevole e sano, senza che diventi un rifugio dalle difficoltà della vita.