Quando è meglio non allenarsi?

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È opportuno evitare lallenamento quando si prova intenso dolore muscolare, si è di cattivo umore, si dorme male, si pensa negativamente allattività fisica, la percezione dello sforzo è elevata, la frequenza cardiaca è troppo alta o si svolgono troppi allenamenti ad alta intensità.

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Ascoltare il corpo: quando è meglio riposare invece di allenarsi

L’esercizio fisico è fondamentale per la salute e il benessere, ma a volte, insistere con l’allenamento può essere controproducente. Spesso, presi dalla frenesia del raggiungimento degli obiettivi, ignoriamo i segnali che il nostro corpo ci invia, spingendoci oltre i nostri limiti. Imparare ad ascoltare questi segnali e concedersi il giusto riposo è altrettanto importante quanto l’allenamento stesso. Ma quando è il momento di mettere in pausa le scarpe da ginnastica e concedersi una pausa rigenerante?

Un dolore muscolare intenso, diverso dai normali indolenzimenti post-allenamento, è un campanello d’allarme da non sottovalutare. Non si tratta del classico DOMS (Delayed Onset Muscle Soreness), ma di una sensazione più acuta e persistente, che potrebbe indicare un infortunio. In questi casi, forzare l’allenamento può aggravare la situazione, allungando i tempi di recupero. Meglio consultare un medico o un fisioterapista per valutare la natura del dolore e agire di conseguenza.

Anche lo stato mentale gioca un ruolo cruciale. Allenarsi quando si è di cattivo umore, stressati o demotivati può trasformare l’attività fisica in un’esperienza negativa, minando la costanza e il piacere del movimento. Allo stesso modo, la presenza di pensieri negativi legati all’allenamento, come la paura di fallire o la sensazione di inadeguatezza, può compromettere la performance e aumentare il rischio di infortuni. In questi casi, una passeggiata rilassante, una sessione di yoga o semplicemente dedicarsi ad un hobby possono essere alternative più benefiche.

La qualità del sonno è un altro fattore determinante. Dormire male compromette la capacità di recupero muscolare e aumenta il rischio di infortuni. Se la stanchezza persiste nonostante una buona igiene del sonno, insistere con l’allenamento può peggiorare la situazione, innescando un circolo vizioso di affaticamento e demotivazione.

Attenzione anche alla percezione dello sforzo (RPE) e alla frequenza cardiaca. Un RPE elevato, associato ad una frequenza cardiaca eccessivamente alta, soprattutto se non giustificata dall’intensità dell’allenamento, può indicare un sovraccarico. Ascoltare il proprio corpo e ridurre l’intensità o la durata dell’allenamento, oppure riposarsi completamente, è fondamentale per evitare spiacevoli conseguenze.

Infine, la frequenza degli allenamenti ad alta intensità deve essere attentamente monitorata. Un eccesso di allenamenti intensi, senza un adeguato recupero, può portare al sovrallenamento, una condizione che si manifesta con stanchezza cronica, calo delle prestazioni, aumento della suscettibilità a malattie e infortuni, disturbi del sonno e irritabilità. È importante, quindi, alternare allenamenti ad alta intensità con sessioni a bassa intensità o giorni di riposo completo, per consentire al corpo di recuperare e adattarsi.

In conclusione, allenarsi con costanza è importante, ma lo è altrettanto saper riconoscere i segnali del proprio corpo e concedersi il giusto riposo. Ricordiamoci che l’obiettivo è il benessere a lungo termine, e a volte, la scelta migliore è prendersi una pausa.