Come togliere la tossicità ai funghi?

10 visite
Per contrastare lavvelenamento da funghi, non esistono antidoti specifici. Interventi urgenti come lavanda gastrica, carbone attivo e fleboclisi reidratante sono fondamentali per rimuovere le tossine e ristabilire lequilibrio idroelettrolitico compromesso.
Commenti 0 mi piace

La corsa contro il tempo: gestire l’intossicazione da funghi

L’autunno, con la sua tavolozza di colori caldi e l’intenso profumo di terra umida, è anche la stagione della raccolta dei funghi. Un’attività che, se praticata con consapevolezza e rispetto, può regalare grandi soddisfazioni culinarie. Tuttavia, la bellezza della natura selvatica cela anche un pericolo: l’intossicazione da funghi, un’emergenza medica che richiede interventi tempestivi e decisi.

Contrariamente a una diffusa credenza popolare, non esistono antidoti specifici contro il veleno dei funghi. La varietà di specie tossiche, ciascuna con meccanismi d’azione diversi e spesso imprevedibili, rende impossibile la creazione di un rimedio universale. Questo significa che la gestione dell’intossicazione si concentra sulla rimozione delle tossine dall’organismo e sul supporto delle funzioni vitali compromesse, una vera e propria corsa contro il tempo.

Il protocollo medico prevede una serie di interventi urgenti, decisivi per la sopravvivenza del paziente. La lavanda gastrica, se praticata entro un’ora dall’ingestione, aiuta a rimuovere la maggior parte dei funghi dal tratto gastrointestinale, riducendo l’assorbimento delle tossine. Questa procedura, però, deve essere eseguita da personale medico qualificato in ambiente ospedaliero, evitando tentativi fai-da-te che potrebbero aggravare la situazione.

Un altro strumento importante è il carbone attivo, un adsorbente che lega le tossine nel tratto digestivo, impedendone l’assorbimento nel sangue. L’efficacia del carbone attivo varia a seconda del tipo di tossina e del tempo trascorso dall’ingestione, ma rimane un elemento fondamentale nella terapia iniziale.

La reidratazione è altrettanto cruciale. Molti veleni fungini causano vomito e diarrea, portando a una grave disidratazione e squilibrio elettrolitico. La fleboclisi reidratante, somministrata in ospedale, è quindi necessaria per ripristinare l’equilibrio idroelettrolitico e sostenere le funzioni vitali, contrastando la disidratazione che può compromettere organi vitali come i reni.

Oltre a questi interventi immediati, la terapia successiva dipenderà dalla specie di fungo ingerito e dalla gravità dell’intossicazione. Potrebbero essere necessari farmaci specifici per contrastare gli effetti tossici a livello di fegato, reni o sistema nervoso. La prognosi varia a seconda di diversi fattori, tra cui la quantità di funghi ingerita, la specie responsabile e la tempestività dell’intervento medico.

In conclusione, la prevenzione rimane l’arma più efficace contro l’intossicazione da funghi. Raccolta e consumo di funghi devono essere effettuati solo da esperti micologi, evitando il consumo di funghi non identificati con assoluta certezza. In caso di sospetta intossicazione, è fondamentale contattare immediatamente il numero di emergenza 112 o il centro antiveleni più vicino, fornendo tutte le informazioni possibili sul fungo ingerito e sullo stato del paziente. La tempestività dell’intervento medico è determinante per la sopravvivenza e per limitare le possibili conseguenze a lungo termine.