Cosa si intende per prodotto confezionato?
Un prodotto confezionato è un alimento avvolto integralmente o parzialmente nel suo imballaggio originale prima della vendita. La confezione preserva l'integrità del prodotto, impedendone l'alterazione fino all'apertura.
Cosè un prodotto confezionato? Guida completa.
Ok, allora, un prodotto confezionato… mmm, come spiegarlo?
Praticamente è un alimento che trovi già pronto, impacchettato. Mi viene in mente, non so, il pacco di biscotti che ho comprato l’altro giorno al supermercato Conad vicino casa, pagato tipo 2.50€?
La confezione lo protegge, ecco, tipo una barriera.
Impedisce che qualcuno ci metta le mani o che si rovini prima che tu lo apra. Deve essere sigillato, insomma, altrimenti non sarebbe più “confezionato”, no?
Cos’è un prodotto confezionato?
È un alimento imballato prima della vendita, protetto da un involucro che ne previene l’alterazione fino all’apertura.
Cosa vuol dire prodotto e confezionato?
Uhm, prodotto e confezionato… Che vorrà mai dire esattamente?
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Prodotto: Immagino che significhi proprio fatto, creato. Tipo, le mie marmellate di albicocche, le ho prodotte io quest’estate, no? Con le albicocche del mio albero. Che poi, a proposito, quest’anno ne ha fatte un sacco! Forse troppe, dovrei regalarne qualcuna…
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Confezionato: Vuol dire messo dentro un pacco, avvolto. Come le patatine al supermercato, che sono dentro il sacchetto. Oppure i biscotti, nella scatola. Ma, aspetta, anche la mia marmellata è confezionata! La metto nel vasetto, ci metto l’etichetta… Forse “confezionato” vuol dire che lo fa la fabbrica, non io a casa.
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Etichetta: Ah, ecco! Sull’etichetta ci sono tutte le info. Ingredienti, scadenza… Tutto quanto! Come quando ho comprato quel pesto strano l’altro giorno? Ho letto l’etichetta, meno male, sennò chissà cosa mangiavo.
- Ma perché le etichette sono scritte così piccole? A volte mi servirebbe la lente d’ingrandimento.
- E poi, tutti quegli ingredienti con nomi impronunciabili! Cosa saranno mai?
Quali prodotti non sono considerati alimenti?
Allora, amico, cosa non si considera cibo? Un casino di roba, eh!
- I mangimi, ovvio, quelli per gli animali. Mio cugino ha un allevamento di polli, sapete? Lui li compra a quintali, quei sacchi enormi!
- Gli animali vivi, a meno che non siano già pronti per essere mangiati, tipo un pollo già spennato al supermercato. Che schifo, pensa!
- Le piante prima del raccolto, tipo le carote ancora sotto terra. Che senso ha? Non è cibo finché non lo prendi, no?
- Medicinali, questo è logico, medicinali! Chi li mangia?
- Cosmetici, ma dai! Crema viso? Cibo? Assurdo!
- Tabacco e roba simile, quello è pericoloso, non cibo. Mio nonno fumava, che schifo, poi è morto…
- Droga, ovviamente. Nemmeno a parlarne. Un amico, un’esperienza brutta… non lo dico neanche.
- E poi, residui e contaminanti, roba schifosa, batteri e cose così. Meglio evitare.
Spero di essere stato chiaro, eh! Ho ripensato a quanto ci aveva raccontato la zia Franca, che lavora all’ASL, riguardo alle norme igieniche.
Quali sono i prodotti non alimentari?
Sai, a quest’ora… penso a tutto quello che non è cibo. Strano, vero? Come se la vita si dividesse solo in “da mangiare” e “il resto”. E quel “resto” è un mondo, un casino di cose.
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Sicurezza? Caschi da bici, quelli che mio nipote rompe sempre. Un po’ di malinconia mi prende, pensando a lui.
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Giocattoli. Un mucchio di plastica colorata, che finisce nel cestino. Ricordo il profumo della scatola nuova, il mio compleanno… anni fa.
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Elettrico a bassa tensione? Luci di Natale, quelle che quest’anno non ho ancora messo. Forse perché ho meno voglia di feste.
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Protezioni individuali. Guanti, quelli che uso per il giardino. La terra, quest’anno, è stata dura.
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Tessuti e scarpe… Il mio maglione preferito, sbiadito e consumato. Le scarpe da ginnastica, ormai troppo usate. Sono vecchie, come me.
Non so perché ma questa notte sento proprio tutto questo peso sulle spalle. È strano, vero? Cose semplici, ma che sembrano grosse. Forse dovrei dormire.
Aggiunte:
- Quest’anno ho comprato poco. Spesa limitata, sai come va.
- Mio nipote compirà 7 anni il 27 novembre.
- Il maglione è di lana, colore grigio scuro.
- Le scarpe sono delle Nike, modello Air Max, modello del 2020.
Quali sono i prodotti sfusi?
Ah, i prodotti sfusi! Una giungla di roba senza impacchetti, una sorta di “fai da te” alimentare! Immagina un mercato rionale, ma con meno urla e più rischio di finire con una patata marcia nella borsa.
- Frutta e verdura: Un tripudio di colori, ma occhio ai lividi! Mia nonna diceva che le mele ammaccate sono le più dolci, ma io ho ancora incubi con quella mela verde che mi ha fatto fare il cappero a Natale.
- Pasticceria: Biscotti, torte, pane… un vero paradiso per chi ama l’odore di forno, ma un inferno per chi è a dieta! Quest’anno, ho ceduto a tre chili di panettone sfuso… non giudicate.
- Formaggi: Un’esperienza sensoriale! Ma se non sei esperto, puoi finire con un formaggio dal sapore così forte che ti lascia il palato in fiamme per una settimana. Fatto esperienza diretta, fidati.
- Cereali: Riso, lenticchie, fagioli… una miniera di nutrienti, ma anche di polvere. Ricordo ancora quando, da piccolo, ho ingoiato una nuvola di farina di ceci… non è stata una bella esperienza.
Insomma, i prodotti sfusi sono un’avventura, un’esperienza quasi spirituale! Se ti piace il rischio, il contatto diretto con il cibo e l’odore di cose genuine, buttati! Ma mettiti il cappello perché la polvere ti salirà in testa, e magari un paio di guanti, soprattutto se ci sono i formaggi. Ah, e porta una borsa robusta!
Cosa si intende per confezionamento?
Cos’è il confezionamento?
È… tipo, avvolgere. Come quando impacchetto i biscotti fatti in casa per la nonna, sai?
- Protezione fisica: È un po’ come una coperta. Impedisce che l’aria, la luce… boh, tutto rovini il cibo.
- Imballaggio: Quella carta colorata, il barattolo di vetro… la “veste” del cibo. Ricordo quando da bambina scartavo le caramelle, era quasi più bello del sapore.
A volte penso che anche noi abbiamo bisogno di un confezionamento, di una protezione. Contro… non so. Contro il mondo. Tipo un abbraccio stretto.
Poi, vabbè, il confezionamento serve anche per legge, per far vedere la data di scadenza e tutte quelle cose lì. Ma la parte “coperta” è quella che mi piace di più. Mi fa sentire al sicuro.
Cosa si intende con alimenti?
Alimenti? Che domanda strana! Mmmh, organismi, già… o parti di organismi. Come i pomodori, solo la polpa o tutta la pianta? E poi gli animali, maiale, manzo… la mia nonna faceva un arrosto squisito! Ricordo il profumo…
Energia, eh sì, per correre, studiare… perché ieri sera ho finito tardi a preparare la tesi! Proteine, lipidi, glucidi… che noia! Sono sempre quei nomi tecnici. Vitamine, minerali… acqua! Ah, l’acqua, fondamentale!
- Organismi vegetali e animali: pomodori, carne, latte… tutto quello che mangio.
- Nutrienti: proteine per i muscoli, carboidrati per l’energia, grassi… ma in quantità giusta, eh!
- Processi digestivi: lo stomaco, l’intestino… una vera fabbrica!
Mi sa che ho saltato qualcosa… ah, si, i processi digestivi, giusto. Devo ricordarmi di bere più acqua, oggi ho bevuto solo due bicchieri! E poi… devo finire la tesi. Appunto. Che palle.
Oggi ho mangiato pasta al pesto, delizioso! Pesto fatto in casa, con il basilico del mio giardino. Ah, l’orto! Devo piantare più pomodori l’anno prossimo. Per la salsa! Quest’anno ho raccolto solo pochi chili.
- Energia: Necessaria per le attività quotidiane.
- Principi nutritivi: indispensabili per la salute.
- Processi: trasformazione del cibo nell’organismo. Complicato, ma funziona!
Quali sono i componenti degli alimenti?
Sai, a quest’ora… pensando a cosa mangio, mi viene in mente… è un casino, tutto quel miscuglio. Non è solo roba buona o cattiva, è un insieme di pezzi, uno dentro l’altro.
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Macronutrienti: Proteine, carboidrati, grassi… quelle cose che ti danno energia, che ti fanno sentire sazio. Ricordo che mia nonna diceva che il pane era la vita, e lei sapeva il fatto suo. Carboidrati, appunto.
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Micronutrienti: Vitamine e minerali… piccole cose, ma importanti. Sai, come quelle vitamine che prendo io, perché quest’anno ho avuto un po’ di problemi. Un po’ di stanchezza, più del solito.
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Acqua: Beh, l’acqua… fondamentale. Senza acqua non si va da nessuna parte, no? Io ne bevo tantissima, soprattutto la sera, perché mi aiuta a dormire. Non so perché, ma è così.
E poi c’è tutto il resto, cose che non so nemmeno bene cosa siano. Additivi, conservanti… roba che non capisco, ma che ci mettono comunque nel cibo. A volte mi chiedo se sia meglio o peggio. Boh. Forse dovrei informarmi meglio. Ma stanotte, no. Stanotte voglio solo dormire. Appena sveglio cerco informazioni sulle etichette.
Quali sono le 5 gamme alimentari?
Caspita, le gamme alimentari… stanotte mi vengono in mente solo quelle, sai? È strano, mi sento così stanco, come se stessi sprofondando in un sonno senza fine.
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Prima gamma: quella frutta e verdura dal mercato, sai, quella che compri e poi devi lavare, tagliare… un sacco di lavoro, ma che profumo! Ricordo le ciliegie di nonna Emilia, rosse e succose.
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Seconda gamma: i barattoli, la conserva di pomodoro della mamma… un sapore diverso, più concentrato. Quest’anno ho fatto anche io la passata, ma non è la stessa cosa.
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Terza gamma: il surgelato, pratico, eh… ma a volte manca quel qualcosa, quel profumo fresco, quella consistenza… quasi come un ricordo sbiadito. Ricordo i fagiolini surgelati che mangiavo da piccolo.
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Quarta gamma: quella già lavata e pronta, comodissima, perfetta per i giorni di fretta. Ma io… io preferisco il contatto, il toccare la verdura…
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Quinta gamma: già cotta, pronta… non so, mi sembra un po’ triste. Come se mancasse l’anima del piatto. Come quei piatti pronti del supermercato… Non mi piacciono. Preferisco cucinare, anche se sono stanco. Anche stasera. Magari domani.
Sa, a volte penso a quanto tempo perdo, a quanto è veloce la vita… e la verdura.
- Non ho più tempo per andare al mercato come una volta, per scegliere con calma ogni frutto e verdura.
- Spesso scelgo la comodità del surgelato o del pronto consumo, ma poi mi sento un po’ in colpa.
- Vorrei tornare a quei sapori semplici, a quelle cene in famiglia… ma è difficile, sai? Sono cambiate tante cose.
La V gamma… per me, un po’ come un’esistenza pre-confezionata. Non so. Devo smetterla di rimuginare, devo dormire.
Cosa si intende per no food?
Cosa si intende per no food?
È strano come una parola possa racchiudere un universo intero, no food…
- Tutto quello che non nutre il corpo, ma forse l’anima sì. Penso ai libri che ho comprato a tarda notte, a volte inutili, ma…
- Nei supermercati, lo vedi ovunque. In fondo al corridoio, dopo il pane, prima dei detersivi. Un’isola di oggetti… oggetti che servono, che dici di volere.
- È l’opposto del cibo, no? Però, a volte, un profumo, una candela, mi riempiono più di una cena frettolosa.
- Mi sembra una definizione un po’ fredda, però. No food. Come se tutto ciò che non si mangia fosse meno importante.
- Penso ai negozi online, un’infinità di cose… vestiti che non metterò mai, gadget inutili. Eppure… sono lì, mi chiamano. Un po’ come certi ricordi.
Poi penso, magari è solo un modo per fare ordine, per separare le cose. Ma a volte, quelle cose “no food” sono l’unica cosa che mi tiene compagnia, qui, nel buio.
Quali sono i prodotti preconfezionati?
Ecco, a quest’ora, pensandoci… prodotti preconfezionati? Sai, è una cosa che mi lascia un po’ perplesso, questo termine. Mi ricorda i pacchi di pasta che comprava mia nonna, quelli enormi, di grano duro, con la scritta “Prodotto in Italia” che sembrava quasi un marchio di fabbrica. Un po’ nostalgico, tutto questo.
- Pasta, quella sì che era preconfezionata.
- Poi c’erano le scatole di biscotti, quelle a forma di cuore, che mia sorella rubava sempre.
Ma insomma, preconfezionato… cosa significa veramente? Un involucro, certo, ma anche… un’idea di praticità, di comodità, quasi di anonimato. È strano. Non mi piace pensare a questo.
- Latte in cartone, della marca che beveva mio fratello, quella blu.
- Succhi di frutta, quelli alla pesca, che non mi sono mai piaciuti granché.
Ci penso e mi sento stanco, vuoto, come se mancasse qualcosa. Un sapore, un ricordo. Forse è solo la stanchezza di questa notte. Sono le 3:17, e il silenzio della casa è pesante.
Aggiungo ancora qualcosa, perché mi viene in mente:
- La confettura di fragole, quella fatta in casa dalla mia zia. Non era preconfezionata.
- Il pane, quello fresco, del forno sotto casa. Nemmeno quello.
Questi prodotti non erano preconfezionati, erano… diversi. Magari più veri. O forse è solo la nostalgia.
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