Chi ha parlato di lifelong learning?
Il lifelong learning, già teorizzato dallUNESCO nel 1972 come formazione permanente, travalica listruzione primaria, offrendo opportunità di apprendimento continuo a tutti, indipendentemente dal livello di alfabetizzazione iniziale, per un arricchimento personale e professionale costante.
L’Ecosistema del Lifelong Learning: Oltre la Scuola, un Impegno per la Vita
Il concetto di “lifelong learning”, o apprendimento permanente, non è una novità dei nostri tempi iper-connessi. Già nel 1972, l’UNESCO ne gettava le basi, definendolo “formazione permanente”. Ma se allora rappresentava una visione pionieristica, oggi, nell’era dell’informazione esplosiva e della rapidissima obsolescenza delle competenze, si configura come una necessità imprescindibile, un imperativo categorico per la crescita individuale e lo sviluppo collettivo. Non si tratta semplicemente di un’aggiunta al percorso scolastico, bensì di una rivoluzione concettuale che ridefinisce il rapporto tra individuo e conoscenza, estendendolo per tutta la durata della vita.
Chi ha parlato di lifelong learning? In realtà, è più corretto parlare di un’evoluzione del pensiero, un consenso crescente che ha visto la partecipazione di filosofi, pedagogisti, economisti e decisori politici. L’UNESCO, con la sua dichiarazione del ’72, ha certamente dato un impulso fondamentale, ma la sua genesi risiede in un’analisi più profonda del ruolo della conoscenza nella società. La comprensione che l’apprendimento non sia un evento circoscritto nel tempo, ma un processo dinamico e continuo, ha radici lontane, affondando le proprie origini nelle riflessioni umanistiche sull’auto-realizzazione e nella costante ricerca di miglioramento dell’individuo.
Oggi, il lifelong learning non è più una semplice aspirazione, ma una prassi che si declina in molteplici forme: dai MOOC (Massive Open Online Courses) che rendono accessibili conoscenze globali a chiunque disponga di una connessione internet, ai corsi di formazione professionale mirati all’aggiornamento delle competenze richieste dal mercato del lavoro, fino alle iniziative di apprendimento informale, come la partecipazione a workshop, conferenze o semplici momenti di condivisione di esperienze. Il suo valore risiede nella capacità di adattamento al cambiamento, nella possibilità di acquisire nuove prospettive e di rispondere in modo efficace alle sfide di un mondo in costante evoluzione.
Ma il lifelong learning non si limita all’acquisizione di competenze tecniche o professionali. È un arricchimento a 360°, che abbraccia la dimensione personale e sociale dell’individuo. Imparare una lingua nuova, dedicarsi alla fotografia, approfondire la storia dell’arte: tutte queste attività contribuiscono a costruire una personalità più completa, più consapevole e più aperta al mondo.
In conclusione, il lifelong learning trascende la semplice istruzione scolastica. È un’attitudine mentale, una scelta di vita che implica un impegno costante verso la crescita personale e professionale. È un ecosistema di opportunità in continua espansione, che necessita di un supporto strutturale e di una diffusione capillare per assicurare a tutti, indipendentemente dal background socio-economico e dal livello di alfabetizzazione iniziale, l’accesso a questo prezioso strumento di emancipazione individuale e di progresso sociale. La vera sfida del futuro, dunque, non è solo garantire un’istruzione di qualità, ma promuovere una cultura dell’apprendimento permanente, che permetta a ciascuno di essere protagonista del proprio sviluppo e del futuro della società.
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