Cosa vuol dire ad nelle date inglesi?

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Labbreviazione d.C. nelle date inglesi, corrisponde a Anno Domini (A.D. in inglese), indicando lanno dopo la nascita di Cristo. a.C. invece sta per avanti Cristo (B.C. in inglese), indicando gli anni precedenti. Queste abbreviazioni contestualizzano la data rispetto allera cristiana.

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Oltre il calendario: un’analisi di A.D. e B.C. nelle date inglesi

L’apparente semplicità delle abbreviazioni A.D. e B.C. nelle date inglesi, corrispondenti all’italiano Anno Domini e avanti Cristo, cela una complessità storica e culturale spesso sottovalutata. Questi termini, apparentemente neutrali, rappresentano infatti un punto di snodo cruciale nella percezione del tempo e della storia stessa, influenzando la nostra comprensione del passato e, in un certo senso, anche del presente.

A.D., abbreviazione di Anno Domini, letteralmente “nell’anno del Signore”, indica gli anni successivi alla presunta nascita di Gesù Cristo. Questo sistema di datazione, sviluppato dal monaco Dionigi il Piccolo nel VI secolo, si basa su una cronologia che, pur essendo diventata lo standard globale, presenta delle inesattezze. La data di nascita di Cristo, infatti, non è storicamente verificabile con precisione, creando una discrepanza di diversi anni rispetto ad altre possibili cronologie. Nonostante ciò, la sua diffusione capillare ha reso A.D. il punto di riferimento per la stragrande maggioranza della cultura occidentale.

B.C., abbreviazione di Before Christ, ovvero “prima di Cristo”, indica invece gli anni che precedono la data convenzionale della nascita di Cristo. Insieme ad A.D., B.C. crea un sistema lineare, apparentemente semplice, ma che nasconde una prospettiva antropocentrica intrinseca. Il riferimento a Cristo come punto zero del tempo implica una visione della storia radicata nella tradizione cristiana, che pone al centro la figura di Gesù e la sua importanza nella storia dell’umanità.

L’uso di A.D. e B.C. solleva interrogativi cruciali. La loro pervasiva presenza nei sistemi di datazione globali riflette l’influenza della cultura e della religione cristiana sulla storia occidentale, ma al contempo può risultare problematica in contesti multiculturali. L’imposizione di una visione religiosa del tempo, come punto di riferimento universale, può escludere o marginalizzare altre prospettive temporali e narrative storiche, come quelle presenti in culture che non adottano il calendario cristiano.

Oggi, si sta assistendo ad una crescente consapevolezza di queste problematiche. In ambito accademico e in contesti internazionali, si sta diffondendo l’uso di CE (Common Era – Era Comune) e BCE (Before Common Era – Prima dell’Era Comune) come alternative più inclusive e neutrali. Queste nuove abbreviazioni mantengono la stessa struttura temporale, ma eliminano il riferimento esplicito alla figura di Cristo, rendendo il sistema di datazione più adatto a contesti plurali e rispettoso delle diverse sensibilità culturali.

In conclusione, le semplici abbreviazioni A.D. e B.C. rappresentano molto più che un semplice sistema di datazione: sono un potente simbolo della complessa relazione tra tempo, religione e cultura, aprendo una riflessione necessaria sulla rappresentazione del passato e sulla costruzione di una narrazione storica inclusiva e universalmente accessibile.