Quali sono 3 esercizi per farsi ascoltare dai figli?
Per comunicare efficacemente con i bambini, evita di interpretare rigidamente le loro parole e di imporre posizioni inflessibili. Concedi loro tempo per elaborare e fornisci istruzioni semplici e pratiche. Invece di impartire ordini, stabilisci regole chiare fin dalla tenera età e, crescendo, impara a negoziare con loro.
Tre esercizi per farsi ascoltare dai figli (e ascoltarli davvero)
Spesso la comunicazione con i figli si trasforma in un campo minato di incomprensioni, ordini ignorati e frustrazione reciproca. Desideriamo essere ascoltati, ma quanto siamo disposti ad ascoltare davvero i nostri bambini? Per costruire un dialogo autentico e far sì che le nostre parole non si perdano nel vuoto, non basta parlare: bisogna imparare a comunicare. Ecco tre “esercizi” per allenare questa preziosa abilità:
1. L’esercizio dell’eco e della lente d’ingrandimento: Immaginiamo che nostro figlio ci racconti un episodio accaduto a scuola, magari con toni esagerati o una percezione distorta della realtà. Il nostro primo istinto potrebbe essere quello di correggerlo, minimizzare o, peggio, liquidare la questione con un “sono cose che succedono”. Questo atteggiamento, però, chiude le porte alla comunicazione. Proviamo invece ad applicare l’esercizio dell’eco e della lente: ripetiamo con parole nostre ciò che abbiamo capito, dando eco alle sue emozioni (“Mi sembra di capire che sei molto arrabbiato perché Marco ti ha preso la penna senza chiedertelo”). Poi, utilizziamo la lente d’ingrandimento per esplorare i suoi sentimenti (“Come ti ha fatto sentire questo? Cosa avresti voluto fare in quel momento?”). In questo modo, non solo dimostriamo di ascoltare attivamente, ma aiutiamo il bambino a dare un nome alle proprie emozioni e a sviluppare l’intelligenza emotiva.
2. L’esercizio del “noi” collaborativo: Invece di impartire ordini dall’alto (“Fai i compiti!”, “Metti in ordine la tua stanza!”), proviamo a coinvolgere i nostri figli nel processo decisionale. L’esercizio del “noi” collaborativo prevede di trasformare gli ordini in proposte condivise. Ad esempio, invece di dire “Devi riordinare la stanza”, possiamo chiedere: “Come potremmo organizzarci per sistemare la tua stanza prima di cena? Potremmo farlo insieme, oppure preferisci farlo da solo con un po’ di musica?”. Stabilire regole chiare fin dalla tenera età è fondamentale, ma con la crescita è importante imparare a negoziare e a trovare soluzioni insieme. Questo approccio favorisce la responsabilizzazione e il senso di appartenenza, trasformando un’imposizione in un obiettivo comune.
3. L’esercizio della pausa riflessiva: Prima di reagire impulsivamente alle parole o ai comportamenti dei nostri figli, concediamoci una pausa riflessiva. Respirare profondamente e contare fino a dieci può aiutarci ad evitare reazioni esagerate o parole di cui potremmo pentirci. Questo esercizio ci permette di elaborare le informazioni con maggiore calma e di rispondere in modo più consapevole ed efficace. Ricordiamoci che i bambini, soprattutto i più piccoli, non sempre hanno gli strumenti linguistici per esprimere chiaramente i propri bisogni e le proprie emozioni. La pausa riflessiva ci aiuta a interpretare il loro messaggio oltre le parole, cogliendo il significato profondo del loro comportamento.
Mettere in pratica questi tre esercizi richiede impegno e costanza, ma i risultati possono essere sorprendenti. Imparare ad ascoltare davvero i nostri figli, a comprenderne i bisogni e a comunicare con empatia è un investimento prezioso per costruire un rapporto solido e duraturo, basato sulla fiducia e sul rispetto reciproco.
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