Quanto prendono le classificate in Serie A?

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La quota distribuita alle squadre di Serie A viene ripartita in questo modo:

  • 50% in parti uguali
  • 20% in base al radicamento sociale (12% biglietti/abbonamenti, 8% audience)
  • 30% in base ai risultati sportivi (5% storici, 10% ultimi 5 campionati, 12% classifica ultimo campionato, 3% punti ultimo campionato)
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La Lotteria dello Scudetto: Come si Dividono i Milioni in Serie A

Il calcio italiano, motore di passione e spesso anche di polemiche, non è solo spettacolo sul campo verde, ma anche un complesso sistema economico dove i numeri e le percentuali decidono il destino finanziario delle società. Uno degli aspetti più affascinanti (e a volte controversi) è proprio la ripartizione dei proventi televisivi e commerciali tra le squadre di Serie A. La domanda che molti tifosi si pongono è: “Quanto guadagnano realmente le squadre in base al loro piazzamento?”. La risposta non è semplice e si articola in una formula che premia sì il successo sportivo, ma tiene conto anche del radicamento sociale e della storia dei club.

Dimenticatevi una semplice classifica con premi crescenti. La Lega Serie A ha elaborato un meccanismo più sofisticato che mira a bilanciare la meritocrazia con la solidarietà e la capacità di generare interesse. La torta, generalmente molto generosa, viene suddivisa seguendo precise percentuali, ognuna legata a criteri specifici.

La Base di Partenza: L’Eguaglianza (50%)

Metà del denaro distribuito viene ripartita in quote uguali tra tutte le partecipanti al campionato. Questo costituisce un’importante garanzia per tutte le squadre, soprattutto quelle con un bacino di utenza meno ampio o con una storia meno blasonata. Si tratta di una sorta di “reddito di cittadinanza” calcistico che permette a tutte le società di pianificare il proprio budget con una base solida.

Il Peso del Tifoso: Radicamento Sociale (20%)

La passione del pubblico è una risorsa inestimabile e la Serie A riconosce il suo valore. Il 20% della torta è legato al “radicamento sociale”, un indicatore composito che tiene conto di due fattori principali:

  • Biglietti e Abbonamenti (12%): Più tifosi riempiono gli stadi, maggiore è la fetta di torta che spetta alla squadra. Questo premia chi sa coinvolgere il proprio pubblico e creare un’atmosfera avvincente durante le partite casalinghe.
  • Audience Televisiva (8%): Anche il numero di spettatori che seguono le partite in televisione contribuisce a determinare la quota di spettanza. Le squadre che attraggono un vasto pubblico televisivo generano maggiori introiti pubblicitari e, di conseguenza, meritano una parte più consistente dei proventi.

Il Sacro Graal: Risultati Sportivi (30%)

Il cuore del sistema di ripartizione è rappresentato dai risultati sportivi, che pesano per il 30% del totale. Qui, la meritocrazia è la parola d’ordine, ma anche la storia e la costanza nel tempo vengono premiate:

  • Risultati Storici (5%): Un piccolo, ma significativo, riconoscimento alla storia e al prestigio delle società. Questo premio tiene conto del palmarès, degli scudetti vinti e delle partecipazioni alle competizioni europee.
  • Risultati degli Ultimi 5 Campionati (10%): La performance recente conta, eccome! Questo indicatore valuta i risultati ottenuti nelle ultime cinque stagioni, premiando le squadre che hanno dimostrato di essere competitive nel tempo.
  • Classifica dell’Ultimo Campionato (12%): La posizione finale in classifica nell’ultima stagione è il criterio più importante. Più in alto si arriva, maggiore è la ricompensa.
  • Punti dell’Ultimo Campionato (3%): Anche il numero totale di punti conquistati nell’ultimo campionato contribuisce a determinare la quota. Ogni punto è prezioso, non solo per la classifica, ma anche per il portafoglio.

Conclusioni: Un Sistema Complesso, ma Giusto?

Il sistema di ripartizione dei proventi in Serie A è un meccanismo complesso che cerca di bilanciare diversi fattori. Pur mirando a premiare il merito sportivo, tiene conto del radicamento sociale e della storia dei club, creando un equilibrio che, seppur perfettibile, evita di concentrare eccessivamente la ricchezza nelle mani di poche società. La “lotteria dello scudetto” non si gioca solo sul campo, ma anche nei bilanci, dove ogni punto, ogni abbonato e ogni telespettatore fanno la differenza. Resta da vedere se questo sistema continuerà a garantire una competizione equa e a sostenere la crescita di tutto il movimento calcistico italiano.