Quanto spende un singolo al mese?

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I giovani single (18-34 anni) in Italia registrano una spesa mensile media di 1919 euro, a fronte dei 1600 euro spesi mediamente da chi fa parte di una coppia. Questa significativa differenza emerge da unanalisi del Sole24ore su dati Istat.

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Single e portafogli: l’indipendenza ha un prezzo (e in Italia è salato)

Essere single, in Italia, costa. Non solo in termini emotivi, come talvolta si sente dire tra amici e conoscenti, ma anche (e soprattutto) in termini puramente economici. Un’analisi del Sole24ore, basata sui dati Istat, ha rivelato un dato sorprendente: i giovani single tra i 18 e i 34 anni spendono in media 1919 euro al mese, una cifra significativamente superiore ai 1600 euro mensili che, in media, sborsano le coppie. Un divario di ben 319 euro che solleva interrogativi interessanti sul costo della vita “in solitaria” nel nostro Paese.

Ma quali sono le ragioni di questa spesa più elevata? Non è sufficiente liquidare la questione con la superficiale osservazione che i single non hanno “economie di scala”. L’analisi va più a fondo, esaminando le diverse voci di spesa che incidono sul bilancio individuale.

L’affitto, un fardello gravoso: Un fattore chiave è indubbiamente l’alloggio. I single, nella maggior parte dei casi, sono costretti a sostenere da soli l’intero costo dell’affitto, delle bollette e delle spese condominiali. Mentre le coppie possono dividere queste spese, alleggerendo significativamente il peso sul singolo membro, i single si trovano ad affrontare un impegno finanziario considerevole che spesso incide in maniera drammatica sul reddito disponibile. In città come Milano, Roma o Firenze, dove gli affitti sono particolarmente elevati, la situazione diventa insostenibile per molti giovani lavoratori.

La spesa alimentare e le abitudini di consumo: Anche le abitudini di consumo giocano un ruolo significativo. Spesso, la mancanza di tempo e la difficoltà di cucinare per una sola persona portano i single a ricorrere più frequentemente a pasti fuori casa, delivery e prodotti pronti, opzioni che, nel lungo periodo, si rivelano più costose rispetto alla cucina casalinga. Inoltre, la vita sociale dei single, spesso più intensa e incentrata su uscite, aperitivi e cene con gli amici, contribuisce ad aumentare le spese per l’intrattenimento.

Mobilità e trasporti: un’altra voce che pesa: Sebbene molti single vivano in contesti urbani ben serviti dai mezzi pubblici, l’esigenza di spostarsi in modo efficiente e flessibile, magari per raggiungere il luogo di lavoro o per frequentare attività sociali, può portare all’utilizzo più frequente di auto private o servizi di car sharing, con conseguenti costi di carburante, parcheggio e manutenzione.

Una questione di indipendenza (e forse di solitudine): Al di là dei costi materiali, è importante considerare anche l’aspetto psicologico. Essere single spesso significa dover affrontare da soli imprevisti e spese extra, senza poter contare sul supporto economico del partner. Questo può portare a una maggiore attenzione alla propria sicurezza finanziaria, con conseguente aumento delle spese per assicurazioni, previdenza complementare e investimenti.

Implicazioni e prospettive future: Questo divario di spesa tra single e coppie evidenzia una criticità importante del mercato del lavoro italiano e del sistema di welfare. I giovani single, spesso precari e con stipendi bassi, si trovano a dover affrontare un costo della vita elevato, che limita le loro possibilità di risparmio, di accesso al credito e, in definitiva, di costruire un futuro stabile e sereno.

È necessario, quindi, ripensare le politiche abitative, incentivare la cucina casalinga e l’utilizzo dei mezzi pubblici, e promuovere misure di sostegno economico che tengano conto delle specificità e delle difficoltà dei giovani single, riconoscendo il loro importante contributo alla società e all’economia del Paese. Altrimenti, il prezzo dell’indipendenza, in Italia, rischia di diventare insostenibile.