Che uva si usa per fare il brunello?
Il Brunello di Montalcino nasce esclusivamente da uve Sangiovese, selezionate e vinificate secondo un disciplinare rigoroso. Questo regolamento definisce resa per ettaro, invecchiamento e caratteristiche organolettiche, culminando nella valutazione di una commissione per lottenimento della denominazione.
Il Brunello di Montalcino: Un’Ode al Sangiovese e alla Tradizione
Il Brunello di Montalcino. Solo il nome evoca immagini di colline toscane baciate dal sole, di cantine secolari e di un vino rosso intenso, complesso e capace di invecchiare splendidamente. Ma cosa rende questo vino così unico e ambito? La risposta, in fondo, è semplice quanto profondamente radicata nella terra: il Brunello è un inno al Sangiovese.
A differenza di molti altri vini italiani, spesso frutto di blend sapienti, il Brunello di Montalcino nasce esclusivamente da uve Sangiovese, in una specifica variante locale chiamata “Sangiovese Grosso” o “Brunello”. Questa scelta monocromatica è il pilastro fondamentale che definisce l’identità del vino, esaltando le caratteristiche uniche del territorio di Montalcino e le peculiarità di questo vitigno così sensibile e reattivo all’ambiente circostante.
La selezione delle uve è cruciale. Non si tratta semplicemente di piantare Sangiovese e aspettare il raccolto. I viticoltori di Montalcino operano una selezione meticolosa, privilegiando le piante più adatte, quelle che esprimono al meglio il potenziale del terroir. La resa per ettaro è rigorosamente controllata dal disciplinare di produzione, garantendo che la qualità delle uve non sia compromessa dalla quantità. Questa limitazione forzata spinge i produttori a concentrarsi sulla cura delle singole viti, a monitorare attentamente la maturazione delle uve e a raccogliere solo i grappoli perfetti, ricchi di zuccheri, aromi e polifenoli.
Ma la nascita del Brunello non si limita alla vigna. La vinificazione e l’affinamento rappresentano le successive tappe fondamentali del processo. Il disciplinare impone un periodo di invecchiamento minimo di due anni in botti di rovere (tradizionalmente di Slavonia, ma anche di altre provenienze) e di almeno quattro mesi in bottiglia. Questa lunga maturazione è essenziale per smussare gli spigoli del Sangiovese giovane, per affinare i tannini e per sviluppare la complessità aromatica che contraddistingue il Brunello.
Il percorso del Brunello verso l’eccellenza culmina con la valutazione di una commissione di esperti. Solo dopo aver superato questo esame rigoroso, il vino può fregiarsi della denominazione di origine controllata e garantita (DOCG) e portare con orgoglio il nome di Brunello di Montalcino. Questa commissione valuta scrupolosamente le caratteristiche organolettiche del vino, verificando che rispetti gli standard qualitativi definiti dal disciplinare.
In definitiva, il Brunello di Montalcino è molto più di un semplice vino. È il risultato di una tradizione secolare, di un profondo legame con la terra e di un impegno costante verso l’eccellenza. È un vino che racconta una storia, la storia di un territorio, di un vitigno unico e di uomini e donne che, con passione e dedizione, continuano a preservare e a valorizzare questo tesoro enologico italiano. E tutto inizia con un solo tipo di uva: il Sangiovese, nella sua espressione più nobile e autentica.
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