Come si chiama il vino di riso?

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Il sakè, pronunciato sa-kè, è una bevanda alcolica tradizionale giapponese. Si ottiene attraverso la fermentazione di riso, acqua e spore koji, elementi che combinati danno vita a questa bevanda unica nel suo genere. È un prodotto profondamente radicato nella cultura giapponese.

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Oltre il nome: scoprire il sakè, l’anima liquida del Giappone

Chiamatelo sakè, pronunciato sa-kè, e non vino di riso. Sebbene quest’ultima definizione sia diffusa e semplificativa, riduce la complessità e la ricchezza culturale di questa bevanda alcolica tradizionale giapponese. Il sakè non è semplicemente “vino di riso”, così come il vino non è solo “succo d’uva fermentato”. Dietro a entrambi si cela un mondo di sfumature, tradizioni e rituali che ne definiscono l’essenza.

Il processo produttivo del sakè, lungi dall’essere una semplice fermentazione, è un’arte raffinata tramandata da generazioni. Riso, acqua e spore di koji (un fungo, Aspergillus oryzae) sono gli ingredienti base, ma la loro combinazione e trasformazione richiedono maestria e conoscenza profonda. La scelta del riso, la sua lucidatura, la preparazione del koji, la fermentazione multipla e la successiva filtrazione e maturazione, sono tutti passaggi cruciali che determinano il profilo aromatico e gustativo finale del sakè.

A differenza del vino, dove la varietà dell’uva gioca un ruolo fondamentale, nel sakè è la lavorazione del riso a fare la differenza. Il grado di lucidatura, che rimuove gli strati esterni del chicco, influenza la purezza e la delicatezza del prodotto finale. Maggiore è la percentuale di riso rimossa, più pregiato e raffinato sarà il sakè.

L’importanza del koji è altrettanto fondamentale. Questo fungo, responsabile della saccarificazione dell’amido di riso, è il cuore pulsante della fermentazione. La sua coltivazione e la sua gestione richiedono un’attenzione meticolosa, poiché influisce direttamente sul profilo aromatico e sulla complessità del sakè.

Il risultato di questo processo complesso è una bevanda dalle molteplici sfaccettature, che spaziano da note floreali e fruttate a sentori più terrosi e speziati. Il sakè può essere gustato caldo o freddo, a seconda della tipologia e della stagione, accompagnando perfettamente piatti della cucina giapponese e non solo.

Ma il sakè è molto più di una semplice bevanda alcolica. È un simbolo profondamente radicato nella cultura giapponese, presente in cerimonie religiose, feste tradizionali e momenti di convivialità. Offrire e ricevere sakè segue un preciso rituale, un’espressione di rispetto e ospitalità. Conoscere il suo nome corretto, sakè, è solo il primo passo per apprezzare la sua complessità e il suo profondo legame con la cultura del Sol Levante. È un invito a scoprire un mondo di sapori e tradizioni, un viaggio sensoriale che va ben oltre il semplice “vino di riso”.