Come va messo il vino?

0 visite

Nellabbinamento dei vini, lordine del servizio segue lintensità: si procede dal più leggero al più corposo e dalletà minore a quella maggiore. Inoltre, si passa dai vini secchi a quelli dolci e da quelli meno aromatici a quelli più profumati.

Commenti 0 mi piace

L’Arte Sequenziale: Come Orchestrare un’Esperienza Enologica Indimenticabile

Il vino, nettare degli dei e compagno di momenti speciali, non si serve semplicemente. C’è un’arte, una coreografia quasi impercettibile, che eleva l’esperienza di degustazione, trasformandola in un viaggio sensoriale completo. Questa arte risiede nell’ordine in cui i vini vengono presentati, un aspetto spesso trascurato ma fondamentale per valorizzare al massimo ogni singola bottiglia e l’armonia complessiva del pasto.

Dimenticate l’improvvisazione. La sequenza di servizio del vino non è casuale, ma governata da principi precisi che mirano a non affaticare il palato e a costruire gradualmente un crescendo di sapori e aromi. L’obiettivo è esaltare ogni vino, permettendogli di esprimersi pienamente senza essere offuscato dal precedente.

La regola aurea è l’intensità crescente. Si parte dai vini più leggeri e freschi, generalmente bianchi giovani e vivaci, per poi progredire verso rossi di corpo più strutturato e invecchiato. Pensate ad un Sauvignon Blanc profumato che apre le danze, seguito da un Chianti Classico robusto e infine da un Barolo complesso e persistente. Questa progressione assicura che i sapori delicati non vengano sopraffatti e che ogni sorso risulti appieno apprezzabile.

Un altro fattore cruciale è l’età del vino. I vini giovani, con la loro freschezza e vivacità, precedono quelli più maturi, che hanno sviluppato complessità e sfumature nel corso degli anni. Servire un vino invecchiato prima di uno più giovane rischia di appiattire la freschezza di quest’ultimo e di non permettergli di esprimere il suo potenziale.

La transizione dai vini secchi ai vini dolci è un altro caposaldo. I vini dolci, con la loro ricchezza zuccherina, tendono a persistere a lungo nel palato. Servirli prima di un vino secco ne altererebbe inevitabilmente la percezione, rendendolo meno piacevole. Pensate a un Sauternes servito dopo un Bordeaux secco: il sapore del Sauternes prevarrebbe, rendendo il Bordeaux meno apprezzabile.

Infine, ma non per importanza, si procede dai vini meno aromatici a quelli più profumati. Un Gewürztraminer, con i suoi intensi profumi di rosa e litchi, dovrebbe essere servito dopo un Pinot Grigio più discreto. Questa accortezza permette al naso di abituarsi gradualmente alle diverse sfumature aromatiche, preparandolo a cogliere la complessità dei vini più intensi.

In conclusione, la sequenza di servizio del vino è un’arte che richiede conoscenza, sensibilità e una profonda comprensione delle caratteristiche di ogni singolo vino. Seguire queste linee guida non è solo una questione di etichetta, ma una vera e propria strategia per esaltare l’esperienza di degustazione e trasformare un semplice pasto in un’indimenticabile sinfonia di sapori. La prossima volta che vi appresterete ad aprire una bottiglia, ricordate: l’ordine con cui la servirete farà la differenza. E non dimenticate, l’abbinamento cibo-vino è la ciliegina sulla torta, ma la sequenza è la base su cui costruire un’esperienza enologica veramente memorabile.