Cosa contiene di nocivo il tonno in scatola?

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Unanalisi su 148 lattine di tonno ha rilevato un caso con un livello di mercurio allarmante. Una lattina Petit Navire, acquistata in un Carrefour City parigino, conteneva 3,9 mg/kg di mercurio, tredici volte oltre il limite più restrittivo.

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Il Lato Oscuro del Tonno in Scatola: Mercurio e Consapevolezza del Consumo

Il tonno in scatola, un pilastro delle nostre dispense, rappresenta una soluzione pratica e apparentemente salutare per un pasto veloce. Fonte di proteine, omega-3 e facilmente reperibile, si è guadagnato un posto d’onore nella dieta di molti. Tuttavia, dietro la sua immagine rassicurante, si celano insidie spesso sottovalutate, principalmente legate alla presenza di mercurio.

Recenti analisi, e in particolare una su larga scala che ha analizzato 148 lattine di tonno, hanno portato alla luce risultati preoccupanti. Un caso, emblematico quanto inquietante, ha evidenziato un livello di mercurio tredici volte superiore al limite più restrittivo: una lattina di tonno Petit Navire, acquistata in un Carrefour City parigino, conteneva ben 3,9 mg/kg di mercurio. Questa scoperta solleva interrogativi urgenti sulla sicurezza del prodotto e sulla necessità di una maggiore trasparenza e controllo da parte delle autorità competenti.

Perché il mercurio è un problema?

Il mercurio è un metallo pesante neurotossico che si accumula nei tessuti dei pesci predatori, come il tonno, attraverso la catena alimentare. L’ingestione di elevate quantità di mercurio può avere effetti dannosi sulla salute umana, in particolare sul sistema nervoso, soprattutto nei bambini in via di sviluppo e nelle donne in gravidanza. I sintomi dell’intossicazione da mercurio possono variare da disturbi neurologici lievi a danni cerebrali permanenti.

Come si accumula il mercurio nel tonno?

Il tonno, essendo un predatore di alto livello, si nutre di pesci più piccoli che a loro volta hanno accumulato mercurio dall’ambiente circostante. Questo processo di bioaccumulo amplifica la concentrazione di mercurio nel tonno rispetto ai suoi livelli iniziali nell’acqua. La specie di tonno, la sua età e la sua posizione geografica influenzano notevolmente la quantità di mercurio presente nei suoi tessuti. I tonni più grandi e più longevi tendono ad avere concentrazioni più elevate di mercurio.

Cosa possiamo fare come consumatori?

Di fronte a questa realtà, la consapevolezza del consumatore diventa fondamentale. Ecco alcuni consigli pratici:

  • Variare il tipo di pesce consumato: Non basare la propria dieta esclusivamente sul tonno in scatola. Alternare con altri pesci meno propensi all’accumulo di mercurio, come il salmone, le sardine o le aringhe.
  • Scegliere tonno di dimensioni inferiori: Il tonno più piccolo, come il tonno pinna gialla, tende ad avere concentrazioni di mercurio inferiori rispetto al tonno rosso, che è generalmente più grande.
  • Controllare le etichette e la provenienza: Informarsi sulla provenienza del tonno e, ove possibile, optare per prodotti provenienti da zone in cui i livelli di inquinamento sono controllati.
  • Moderare il consumo, soprattutto per i gruppi a rischio: Le donne in gravidanza, le madri che allattano e i bambini piccoli dovrebbero limitare significativamente il consumo di tonno in scatola. Consultare un medico per ricevere indicazioni personalizzate.
  • Richiedere maggiore trasparenza: Fare pressione sulle aziende produttrici e sulle autorità competenti affinché garantiscano controlli più rigorosi e forniscano informazioni chiare e accessibili ai consumatori riguardo ai livelli di mercurio nei prodotti.

L’episodio della lattina di tonno con livelli di mercurio allarmanti deve fungere da campanello d’allarme. Non si tratta di demonizzare il tonno in scatola, ma di consumarlo in modo responsabile e consapevole. La salute è un bene prezioso e la conoscenza dei rischi, unita a scelte informate, è la nostra migliore arma per proteggerla. È imperativo che l’industria alimentare si assuma le proprie responsabilità e che le autorità intervengano per garantire la sicurezza dei prodotti che finiscono sulle nostre tavole. Solo così potremo continuare a godere dei benefici del pesce, senza compromettere la nostra salute e quella delle future generazioni.

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