Cosa mangiare per far alzare il ferro?

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Crostacei, molluschi, trota, tonno, baccalà, acciughe e sarde sono ottime fonti di ferro. Anche verdure a foglia verde, come la lattuga, e frutta secca, tra cui noci, nocciole, mandorle e pistacchi, contribuiscono ad aumentarne lapporto.

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Oltre l’anemia: una guida completa per aumentare l’assorbimento del ferro

L’anemia da carenza di ferro è un disturbo diffuso, spesso sottovalutato, che può compromettere significativamente la qualità della vita. Segnalandosi con stanchezza cronica, debolezza muscolare e difficoltà di concentrazione, richiede un approccio integrato che includa una dieta attentamente pianificata. Ma quali alimenti, specificamente, favoriscono un aumento dei livelli di ferro nell’organismo? La risposta non si limita a elencare semplici fonti, ma necessita di una comprensione più profonda dell’assorbimento di questo minerale essenziale.

Sebbene crostacei (gamberi, aragoste, granchi), molluschi (cozze, vongole, ostriche), pesci come trota, tonno, baccalà, acciughe e sarde siano ricchi di ferro eme, una forma facilmente assorbibile dall’organismo, è cruciale ricordare che l’efficacia del loro consumo dipende da diversi fattori. Il ferro eme, presente negli alimenti di origine animale, viene infatti assorbito con un’efficienza significativamente superiore rispetto al ferro non eme, quello contenuto nei vegetali.

Le verdure a foglia verde, come spinaci, bietole e cavolo, così come la frutta secca (noci, nocciole, mandorle, pistacchi, semi di sesamo e semi di zucca) rappresentano ottime fonti di ferro non eme. Tuttavia, l’assorbimento di quest’ultimo è sensibilmente inferiore e può essere influenzato da altri componenti della dieta. Ad esempio, l’acido ossalico presente in alcuni vegetali a foglia verde, come gli spinaci, può inibire l’assorbimento del ferro non eme. Allo stesso modo, la presenza di fitati, composti presenti nei cereali integrali e nei legumi, può ridurre la biodisponibilità del ferro.

Per ottimizzare l’assorbimento del ferro non eme, è fondamentale associare questi alimenti a fonti di vitamina C. Agrumi, kiwi, fragole e peperoni rossi sono ricchi di questa vitamina, che agisce come un potente coadiuvante, migliorando l’assorbimento del ferro da fonti vegetali. Al contrario, il consumo di caffè e tè, ricchi di tannini, dovrebbe essere limitato, in quanto interferisce con l’assorbimento sia del ferro eme che di quello non eme.

In conclusione, aumentare i livelli di ferro non si limita a consumare alimenti ricchi di questo minerale. È fondamentale adottare una strategia alimentare attenta, che tenga conto dell’interazione tra diversi nutrienti e delle diverse forme di ferro. Una dieta equilibrata, che combini fonti di ferro eme e non eme, arricchita con vitamina C e povera di inibitori dell’assorbimento, rappresenta la chiave per un’efficace prevenzione e gestione dell’anemia da carenza di ferro. In caso di dubbi o sospetta carenza, è sempre consigliabile consultare un medico o un nutrizionista per una valutazione personalizzata e un piano alimentare adeguato alle proprie esigenze.