Cosa si intende per il termine latte?
"Latte: liquido bianco opaco secreto dalle ghiandole mammarie dei mammiferi, nutrimento essenziale per i neonati. Composto principalmente da acqua e proteine."
Che cosè il latte? Definizione.
Latte? Mah, diciamo che è quel liquido bianco che viene dalle mamme, sia umane che animali. Ricordo quando ero piccola, a casa di mia nonna a Firenze, bevevo latte fresco di mucca, direttamente dal contadino, 2 euro al litro, un sapore incredibile!
Quello del supermercato? Beh, è diverso. Più “industriale”, meno intenso. Mi ricordo la pubblicità del latte Parmalat da bambina, era ovunque!
Composizione? Acqua, proteine, zuccheri… so che è ricco di calcio, mia madre me lo ripeteva sempre. Per le vitamine e il resto, sinceramente, non sono una chimica!
Come si può definire il latte?
Allora, il latte… Che cos’è il latte? Una bevanda sacra per i bimbi, un’arma di distruzione di massa per chi ha l’intolleranza! Scherzi a parte, secondo il Ministero della Salute, è la secrezione mammaria normale, punto. Mungitura, niente aggiunte, niente sottrazioni. Una definizione così asettica sembra scritta da un robot, non da uno che ha mai assaggiato un cappuccino al mattino! Ricorda un po’ la descrizione di un pezzo di ricambio, più che di un alimento che ci ha nutrito fin da piccoli.
Pensate al latte come a un piccolo miracolo della natura, una pozione magica prodotta da creature adorabili, ma dal gusto…diciamo…particolare. Alcuni lo amano, altri lo odiano. Un po’ come la politica, insomma.
- Prodotto naturale: sì, ma non tutti lo tollerano! Una sorta di “effetto collaterale” della natura.
- Secrezione mammaria: uhm, potrebbe suonare un po’ meno poetico, ma fa parte della realtà.
- Nessuna aggiunta o sottrazione: quindi niente furbate, un prodotto genuino (almeno così dovrebbe essere).
Io, per esempio, preferisco il latte al cioccolato, rende tutto più dolce e sopportabile. Soprattutto la definizione asettica. E se ci aggiungo un po’ di Nesquik? Il ministero mi manda la polizia?
Ah, dimenticavo: questo è riferito al latte animale. Il latte vegetale è un’altra storia, un’avventura per palati più avventurosi. È un mondo a parte. Un mio amico, veganissimo da 3 anni, mi ha detto che quello di soia è come bere un cartone di latte con una spruzzata di sapone.
Come viene classificato il latte?
Ah, il latte, questo nettare degli dei… o delle mucche, a seconda dei punti di vista! Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza, che è un po’ come trovare un ago in un pagliaio, ma con meno punture.
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La nobiltà del latte: il latte si divide in quattro casate principali, un po’ come le serie TV in costume: crudo, pastorizzato, ad alta digeribilità (che poi, diciamocelo, se uno non lo digerisce, forse è meglio darsi all’acqua) e UHT (che sta per “Ultra Heat Treatment”, ma suona più come una marca di robot da cucina).
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Crudo vs. Pastorizzato: il duello: il latte crudo è come un rocker selvaggio, appena munto e pronto a scatenarsi, con tutti i suoi batteri (alcuni buoni, altri meno). Quello pastorizzato, invece, è un po’ più “posato”, ha fatto un corso di bon ton a base di calore per eliminare i cattivoni. Praticamente, è il latte crudo che ha fatto la cura Ludovico in Arancia Meccanica.
E per finire, un aneddoto personale: una volta ho provato a fare il formaggio con il latte crudo, è venuto fuori una cosa che sembrava più un’arma biologica che un alimento. Da allora, ho giurato fedeltà al latte pastorizzato! 😉
Che significa latte in formula?
Ah, il latte in formula, croce e delizia di ogni genitore! In pratica, è un po’ come prendere il latte di mucca e farlo passare attraverso una macchina infernale che lo trasforma in qualcosa di vagamente umano, tipo un cyborg lattoso.
- È latte di mucca travestito: Pensalo come un agente segreto sotto copertura, solo che invece di salvare il mondo, cerca di nutrire il tuo bebè.
- Modificato geneticamente… ehm, volevo dire, attentamente: Viene rimaneggiato per assomigliare al latte materno, ma con meno poesia e più scienza. Diciamo che è la versione “ingegnerizzata” dell’amore materno.
Perché questa voce è un abbozzo? Beh, immagino che scrivere del latte in formula non sia eccitante come scalare l’Everest a mani nude, ma hey, qualcuno deve pur farlo! Forse dovremmo aggiungere una sezione sui pianti disperati alle 3 del mattino, quelli sì che meritano un capitolo a parte.
Qual è il latte che si avvicina di più a quello materno?
Uff, il latte, che casino! Quale sarà il più simile?
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Latte materno… la scienza, ah! Analisi chimiche, giusto. Hanno guardato i vari tipi di latte, tipo mucca, asina, capra, pecora…
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Latte d’asina! Sembra lui il campione. Il più vicino al latte materno, eh? Chi l’avrebbe detto? Pensavo quello di capra, boh.
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Ma perché proprio quello d’asina? Devo cercare su Google, magari trovo qualcosa di più specifico sulla composizione. Tipo i grassi, le proteine…
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Ah, mi ricordo che la nonna diceva sempre che il latte d’asina fa bene ai bambini. Sarà per questo? Mah. Comunque, latte d’asina, memorizzato!
Qual è la superficie di vendita?
La superficie di vendita? Un dettaglio, forse. Eppure, lì si decide tutto.
- Area vendita: Dove il denaro cambia mano.
- Definizione: Legge 114/1998, la bibbia.
- Scaffali e banchi inclusi, ovviamente. L’invisibile è importante.
- Ogni metro quadrato conta. Come ogni secondo.
Il mio vecchio negozio? Cento metri, forse meno. Abbastanza per sopravvivere. Un’illusione, per molti. La grandezza è relativa, come la felicità.
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