Cosa si mangia a San Francesco?

7 visite
La dieta di San Francesco era varia: consumava erbe, radici, cereali, pane, focacce, zuppe, formaggi, carne di maiale e pesce. Non disdegnava dolci, come mostaccioli, e leccornie a base di miele e frutta.
Commenti 0 mi piace

La Mensa di Frate Francesco: Un’Alimentazione tra Devozione e Necessità

San Francesco d’Assisi, simbolo di povertà e umiltà, è spesso immaginato con un piatto scarno tra le mani, simbolo della sua austerità. Ma cosa mangiava realmente il “Poverello d’Assisi”? La sua dieta, pur improntata alla frugalità, era più varia di quanto si possa pensare, rispecchiando le abitudini alimentari del XIII secolo e la sua profonda connessione con la natura.

Le fonti storiche ci raccontano di un uomo che si nutriva principalmente di ciò che la terra offriva spontaneamente: erbe selvatiche, radici, frutti di bosco, raccolti durante i suoi pellegrinaggi e le sue esperienze a contatto con la natura. Questi alimenti, considerati “cibo dei poveri”, assumevano per Francesco un significato spirituale, rappresentando la semplicità e la generosità della creazione divina.

La sua dieta non escludeva però alimenti base come cereali, pane e focacce, consumati con moderazione e spesso offerti in elemosina. Le zuppe di legumi e verdure costituivano un altro piatto frequente, nutriente e facile da preparare.

Sebbene predicasse la povertà, Francesco non si rifiutava di consumare formaggio, carne di maiale e pesce, soprattutto quando offerti in segno di ospitalità. Questi alimenti, considerati più ricchi e pregiati, erano accettati con gratitudine, ma mai pretesi o consumati con eccesso.

E i dolci? Anche il “Poverello” non era insensibile al piacere di un piccolo peccato di gola. I mostaccioli, biscotti speziati tipici del periodo natalizio, erano particolarmente apprezzati, così come le leccornie a base di miele e frutta, considerate vere e proprie prelibatezze all’epoca.

Tuttavia, è importante sottolineare come l’alimentazione di Francesco non fosse dettata solo dalla necessità o dalle disponibilità del momento, ma fosse strettamente legata alla sua spiritualità. Il cibo era visto come un dono di Dio, da consumare con gratitudine e moderazione, senza mai cadere nella trappola della gola.

La sua dieta, lontana dall’essere un rigido regime alimentare, si configurava come un’espressione del suo amore per la natura, la semplicità e la condivisione, offrendo un modello di vita sostenibile e ricco di significato ancora oggi.