Cosa vuol dire passare al setaccio le patate?

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Per garantire unadeguata consistenza e sicurezza alimentare, le patate, se filamentose, vanno setacciate usando un colino a maglia fine o grossa. In assenza di filamenti, si può usare un frullatore a immersione. La densità desiderata si ottiene aggiungendo liquidi al composto finale.

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Oltre la purea: l’arte di setacciare le patate

La patata, umile protagonista di innumerevoli ricette, rivela una complessità insospettata quando si parla della sua preparazione. Non è solo questione di lessare e schiacciare; la fase di “setacciatura”, spesso sottovalutata, influenza profondamente la consistenza e la qualità finale di purè, gnocchi, o altre preparazioni che richiedono una purea di patate particolarmente liscia. Ma cosa significa, precisamente, “passare al setaccio le patate”? E perché è importante?

Passare le patate al setaccio significa, letteralmente, farle passare attraverso un colino a maglia fine o, a seconda delle esigenze, a maglia più larga. Questa operazione, apparentemente semplice, è cruciale per eliminare elementi indesiderati e ottenere una consistenza ottimale. La scelta del tipo di colino dipende principalmente dalla presenza di filamenti all’interno della polpa di patata.

Se le patate presentano filamenti fibrosi, visibili ad occhio nudo, l’utilizzo di un colino a maglia fine è indispensabile. Questo permette di rimuovere completamente le fibre, garantendo una purea liscia e vellutata, priva di fastidiosi residui che potrebbero compromettere la piacevolezza del piatto finito. La maglia fine, infatti, agisce come un filtro, separando la parte più fine e liscia della patata dalle impurità più grossolane.

In assenza di filamenti, la scelta si amplia. Un colino a maglia più larga può essere sufficiente per ottenere una consistenza leggermente più rustica, ma ancora priva di grumi. Oppure, in alternativa, si può optare per un frullatore ad immersione. Questo strumento, grazie alla sua potenza, consente di ottenere una purea omogenea e liscia in modo rapido ed efficace, eliminando la necessità della setacciatura manuale. La scelta tra colino e frullatore dipende dunque dal risultato desiderato e dalla preferenza personale dello chef.

Infine, un fattore fondamentale da tenere presente è la densità del composto finale. La consistenza della purea di patate, sia che sia stata setacciata o frullata, può essere regolata aggiungendo liquidi come latte, panna o brodo. Questa aggiunta graduale consente di ottenere la consistenza ideale per la ricetta prescelta, passando da una purea densa e soffice a una più fluida e cremosa.

In conclusione, passare le patate al setaccio non è un passaggio banale, ma un’arte che richiede attenzione e consapevolezza. La scelta del metodo e la regolazione della densità sono elementi chiave per raggiungere la perfezione, trasformando un ingrediente semplice in un elemento raffinato e gustoso delle nostre preparazioni culinarie.