Quando un cioccolato è fondente?

Ah, il cioccolato fondente… solo a scriverlo mi si scioglie un po’ la bocca, sapete? Per me non è solo cioccolato, è… è un’esperienza. Un abbraccio caldo in una giornata fredda, una coccola per l’anima. Sai, quando dico fondente, non penso solo a quel sapore intenso, ma a tutta una serie di sensazioni. Quell’amaro che, stranamente, ti lascia un dolce ricordo in bocca. Come quella volta a Perugia, ricordo, assaggiammo un cioccolatino al 70% di cacao in una bottega minuscola, nascosta tra i vicoli… un’esplosione di sapori! Davvero indimenticabile.

70% di cacao, dici? Per me è la soglia magica, quella che definisce davvero il “fondente”. Sotto? Mah, dipende. Un 45% può andare bene, certo, se ho voglia di qualcosa di più morbido, meno… come dire… “serio”? Ma deve avere quel retrogusto, quell’ombra di amaro, altrimenti che fondente è? Non mi convince.

Il 100%? Oddio, ho provato una volta solo, un pezzettino minuscolo, regalatomi da un amico che si vanta di essere un vero esperto. Era… intenso, fortissimo, un’esperienza quasi mistica. Non so se riuscirei a mangiarne una tavoletta intera, eh! Forse sono troppo delicata di palato, chissà. Ma ammetto che la potenza, quella, ti lascia un segno. Un ricordo indelebile, come quel viaggio in Ecuador, dove vidi la lavorazione del cacao… ma questa è un’altra storia. Comunque, fondente, per me, significa intensità, personalità, un sapore che ti entra dentro, che ti avvolge… e mi fa sentire bene. Che ne dite?