Quanti PAT?

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Il patrimonio agroalimentare italiano nel 2019 contava 5128 prodotti tradizionali (PAT). La Campania si distingue per la maggiore ricchezza di questi prodotti, vantando ben 531 specialità registrate.

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Alla Scoperta dei Tesori Nascosti: Un Viaggio nel Patrimonio Agroalimentare Tradizionale Italiano

Quante volte ci siamo persi tra le corsie di un supermercato, bombardati da marche, packaging scintillanti e promesse di sapori esotici? In questo turbinio di novità, rischiamo di dimenticare le radici del nostro gusto, la ricchezza del nostro patrimonio agroalimentare, quella tela intessuta di tradizioni secolari e sapienze artigianali.

Quanti PAT? La risposta, secca e precisa, è 5128 nel 2019. Ma questo numero, apparentemente freddo, racchiude un universo di storie, profumi e saperi che meritano di essere raccontati e, soprattutto, gustati.

I Prodotti Agroalimentari Tradizionali (PAT) sono il fiore all’occhiello della nostra biodiversità alimentare, riconosciuti dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali. Sono alimenti le cui metodiche di lavorazione, conservazione e stagionatura sono consolidate nel tempo, omogenee per tutto il territorio interessato e praticate secondo regole tradizionali, per un periodo non inferiore ai venticinque anni. In altre parole, rappresentano un legame indissolubile tra il passato e il presente, tra la terra e la tavola.

Dietro ogni PAT si cela un’antica ricetta tramandata di generazione in generazione, un gesto sapiente, un ingrediente locale legato indissolubilmente al suo territorio d’origine. Pensiamo, ad esempio, al formaggio di fossa, affinato in buche scavate nella roccia, o alla pasta fresca fatta a mano con farine di grani antichi.

E se la ricchezza dei PAT è distribuita su tutta la penisola, con le sue infinite sfumature regionali, una regione si distingue in particolare: la Campania, vera e propria miniera di sapori autentici, con ben 531 specialità registrate. Un numero impressionante che testimonia la vitalità di un’agricoltura legata alla tradizione e alla valorizzazione del territorio. Dalle mozzarelle di bufala campana DOP ai pomodorini del Piennolo del Vesuvio DOP, passando per il limoncello, la pastiera e i taralli ‘nzogna e pepe, la Campania offre un panorama enogastronomico variegato e ineguagliabile.

Ma perché è così importante preservare e promuovere i PAT? Innanzitutto, perché rappresentano una componente fondamentale della nostra identità culturale. Sono un patrimonio immateriale che rischia di essere dimenticato, soppiantato da logiche di produzione industriale. In secondo luogo, i PAT contribuiscono alla valorizzazione dei territori, sostenendo le piccole aziende agricole e i produttori locali, custodi di saperi antichi e di una cultura del cibo rispettosa dell’ambiente.

Infine, i PAT offrono un’esperienza gustativa unica e autentica, un viaggio alla scoperta di sapori genuini e di profumi che evocano ricordi d’infanzia. Assaporare un PAT significa connettersi con la storia del nostro Paese, con la sua terra e con le persone che la lavorano con passione e dedizione.

Dunque, la prossima volta che saremo al supermercato, fermiamoci un attimo a riflettere. Invece di cedere alla tentazione del prodotto più pubblicizzato, proviamo a cercare quei piccoli tesori nascosti, quei PAT che racchiudono secoli di storia e di sapori autentici. Non solo sosterremo l’economia locale e la biodiversità, ma avremo anche l’opportunità di vivere un’esperienza gustativa indimenticabile e di riscoprire il vero gusto dell’Italia. Un gusto fatto di tradizione, passione e rispetto per la terra.