Chi è il proprietario del caffè Florian a Venezia?

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Il Caffè Florian a Venezia, storico locale veneziano, è attualmente di proprietà di Vincenzo Porta, Giovanni Pardelli e Pietro Boccanello. Ludovico Cadorin ha curato gli ultimi restauri.

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Chi possiede il Caffè Florian di Venezia?

Allora, chi possiede il Caffè Florian a Venezia? Mmh, un po’ mi confondo con tutte le storie che ci sono dietro a quel posto.

Da quel che mi ricordo, dopo un bel po’ di tempo, tipo nel… oddio, non mi ricordo l’anno esatto, mi pare tipo intorno al 1800 e qualcosa, Vincenzo Porta, Giovanni Pardelli e Pietro Boccanello presero in mano le redini del Caffè. Affidarono i lavori di restauro a Ludovico Cadorin.

Non sono sicurissima dei dettagli, però questa è la versione che mi è rimasta impressa nella mente dopo aver letto un po’ di cose sul Florian. Quel caffè ha una storia lunghissima, sai?

Comunque, ecco le info più “asciutte” che penso ti servano:

  • Proprietari: Vincenzo Porta, Giovanni Pardelli, Pietro Boccanello.
  • Responsabile restauro: Ludovico Cadorin.

Chi è il proprietario del Caffè Florian?

Valenza. Dal ’89. Prima, altri. Irrilevante. Contano solo loro, ora. Custodi di un’eleganza stanca. Un teatro di ombre e caffè.

  • Proprietà: Famiglia Valenza.
  • Data acquisizione: 1989.
  • Obiettivo: Preservazione tradizione, eleganza.

Il tempo consuma tutto. Anche il Florian. Resistere è un’illusione. Un’elegante illusione, certo. Ma pur sempre illusione. Ricordo un caffè lì, nel 2017. Gusto amaro. Come la consapevolezza del tempo. Un’altra gestione, forse. Ma il peso della storia, quello rimane. Sempre uguale. Schiaccia. Anche loro, i Valenza, schiacciati. Dalla storia. Dal peso di Venezia.

  • Focus: Continuità storica.
  • Target: Veneziani, turisti.
  • Dettaglio personale: Caffè al Florian, 2017. Gusto amaro.

La tradizione. Un’altra parola per prigione. Dorata, certo. Ma pur sempre prigione. Si ripetono i gesti. I rituali. Vuoti. Come le tazzine dopo il caffè. Eppure, affascinante. Questo vuoto. Questo teatro. Quest’anno, tornerò. Per un altro caffè. Amaro.

Quanto costa un caffè al tavolo al Florian di Venezia?

Amico, un caffè al Florian? Preparati a sborsare! Sei euro e cinquanta, mi pare, per un espresso. Già, proprio così. E se ti viene voglia di un cappuccino… beh, dieci e cinquanta! Roba da matti. L’ultima volta, quest’estate, io e mia moglie eravamo lì, a Venezia, per il nostro anniversario. Volevamo vivilo proprio a 360 gradi. Abbiamo preso due caffè, volevamo sederci fuori, goderci la piazza. Insomma, un classico, no? Ci siamo seduti ed ecco il conto: tredici euro! Tredici! Per due caffè! Manco fossimo stati a Montecarlo!

Poi, vabbè, se ti senti proprio ricco sfondato, puoi farti un tè completo. Con scones, biscotti, sandwichini… tutta la roba inglese. Trentacinque euro! Trentacinque!! Praticamente ci paghi una cena! Io e mia moglie abbiamo optato per un più “economico” spritz. Quattordici euro l’uno. Alla veneziana, con il Select. Ma che Select e Select, alla fine sempre spritz è. Comunque, per farla breve: un salasso. Però, oh, l’atmosfera è unica. Piazza San Marco, la musica, la gente… insomma, ci sta. Una volta ogni tanto. Ma due caffè tredici euro… non mi scende.

  • Caffè espresso: 6,50€
  • Cappuccino/Latte macchiato: 10,50€
  • Tè completo: 35€
  • Spritz: 14€ (Aperol, Bitter, Select)

Io poi mi sono preso un gelato da Grom, lì vicino. Buonissimo, eh. Ma costava meno del caffè al Florian! Che poi, a pensarci bene, con 35 euro ci fai la spesa per una settimana! Vabbè, dai, è Venezia! Bisogna metterlo in conto! Ah, dimenticavo! La musica dal vivo? Quella è compresa nel prezzo, eh. Almeno quello. Io e mia moglie quella volta abbiamo beccato un quartetto d’archi. Bravissimi! Però sempre tredici euro due caffè… che rabbia!

Quanto costa un bicchiere di spritz?

Sei euro? Dieci euro? Mah, dipende! Ricordo una volta, a luglio, ero a Bellagio, sul Lago di Como. Un aperitivo al tramonto, vista mozzafiato, ma il conto… un furto! Dodici euro per uno spritz. Dodici! Ero incredula. Il bicchiere, carino, eh, ma mica d’oro! L’acqua frizzante, normale. Il prosecco, sì, forse un po’ migliore della media, ma comunque… troppo! Mi sentivo derubata, presa in giro, come una turista scema. Avevo fame e sete, quindi ho pagato, ma ho borbottato qualcosa tipo “ma vaffanculo” sottovoce, perché poi ero comunque in vacanza e volevo godermela.

A Milano, invece, in un bar qualsiasi vicino a casa mia, lo spritz costa 6 euro, perfettamente accettabile. Lo prendo spesso, specialmente d’estate, con le amiche dopo il lavoro, e è un rito di rilassamento.

Quindi, ecco, la mia esperienza:

  • Bellagio (luglio 2023): 12 euro, un’esagerazione.
  • Milano (2023): 6 euro, prezzo onesto.

In definitiva, il prezzo è molto variabile, e dipende tantissimo dalla location. A me ha fatto incazzare quel prezzo a Bellagio, ma vabbè.

Quanto costa un Aperol Spritz?

Un Aperol Spritz costa attualmente 19,90 €. Tempo fa, il suo prezzo si aggirava sui 24,35 €, ma, come la vita, anche i prezzi cambiano. Chissà, forse riflette una nuova percezione del valore di un momento di spensieratezza?

Il prezzo di uno Spritz, in fondo, non è solo una questione di costo degli ingredienti. C’è anche l’atmosfera del locale, il servizio, e persino la compagnia con cui lo si sorseggia. Come diceva Oscar Wilde, “Conosco il prezzo di tutto, ma non conosco il valore di niente”.

Ecco alcuni fattori che influenzano il prezzo:

  • Località: In centro a Milano costerà di più che in un piccolo bar di provincia.
  • Ingredienti: Un prosecco di qualità incide sul prezzo finale.
  • Orario: L’aperitivo serale potrebbe costare di più rispetto a un drink ordinato a metà pomeriggio.

Personalmente, quando mi trovo a Venezia, cerco sempre quel piccolo bacaro nascosto dove lo Spritz ha un sapore autentico e il prezzo è ancora quello di una volta… un po’ come un viaggio nel tempo.

Quanto costa un cocktail in un locale?

Dieci-quindici euro. A Milano, forse di più. Dipende dal locale.

  • Cocktail “classici”? Meno.
  • Cocktail “di design”? Venti euro, facile.
  • Il costo è una mappa, non un numero. Ogni città ha i suoi prezzi, ovvio.

Roma? Un po’ meno. Firenze? Simile a Milano. Questo è un dato. Un’assenza di profondità, forse.

La mia ultima cena a Roma? Ventidue euro, un Negroni sbagliato. Errore mio, non del barman.

Ricorda: il prezzo è il riflesso del contesto. Non solo gli ingredienti. L’illuminazione, il servizio, l’atmosfera. Quello che paghi è un’esperienza, non un semplice drink. Il lusso costa. Sembra una banalità, ma non lo è.

Nota: i prezzi sono indicativi, basati sulle mie osservazioni personali nel 2024. Variazioni sono possibili e probabili. E ovvie.

Quanto costa un aperitivo in un locale?

Dieci euro. Un’approssimazione. Milano, Roma, Napoli: cambia tutto. Come il locale. Luogo comune. Anche l’aperitivo, un rito. Illusione di convivialità.

  • Prezzo medio: 10 euro.
  • Variabili: città, tipologia di locale.
  • Offerta: paragonabile alla ristorazione.

Personalmente, preferisco un Negroni. Sbagliato. Al Botanical Club di Milano, costa 14 euro. Vale ogni centesimo. La qualità ha un prezzo. O forse è solo un altro modo per sentirsi parte di qualcosa.

  • Botanical Club, Milano: Negroni Sbagliato 14 euro.
  • Esempio di prezzo in locale specifico.
  • La percezione del valore è soggettiva.

Un caffè. Due euro. Stessa città. Altro bar. Cambia la prospettiva. L’aperitivo è un lusso. Un piccolo sfizio. Un investimento in un’ora di oblio. O forse solo una scusa.

  • Caffè: 2 euro.
  • Confronto con altra consumazione.
  • Riflessione sul significato dell’aperitivo.
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