Come capire i mq dalla visura catastale?
La visura catastale calcola la superficie degli ambienti accessori in base alla loro comunicazione con i vani principali. Se comunicanti, contribuiscono al 50%, altrimenti al 25% della loro superficie reale. Questa distinzione influenza il calcolo della metratura totale dellimmobile.
Decifrare la Superficie Catastale: Oltre i Numeri della Visura
La visura catastale, documento fondamentale per chiunque abbia a che fare con un immobile, spesso genera dubbi e perplessità, soprattutto riguardo al calcolo della superficie. La semplice lettura dei numeri riportati non sempre corrisponde alla superficie abitabile percepita o a quella effettivamente misurabile con un metro. Questo perché il catasto, nel determinare la superficie catastale, adotta una metodologia specifica, che tiene conto non solo della superficie fisica degli ambienti, ma anche della loro relazione spaziale all’interno dell’immobile.
Uno degli aspetti più cruciali, spesso fonte di incomprensioni, riguarda il trattamento delle superfici accessorie. Questi spazi, come cantine, soffitte, balconi o verande, non vengono considerati con la loro estensione reale nel calcolo della superficie catastale totale. La loro incidenza sulla metratura complessiva è infatti modulata in base alla loro comunicazione con i vani principali.
In sostanza, il catasto opera una ponderazione: se un ambiente accessorio comunica direttamente con un vano principale – ad esempio, una cantina accessibile direttamente dall’interno dell’abitazione – la sua superficie viene considerata al 50%. Ciò significa che solo la metà della sua superficie reale viene aggiunta al totale. Se invece l’ambiente accessorio è indipendente, come ad esempio una soffitta raggiungibile solo dall’esterno o tramite una scala indipendente, la sua superficie concorre al calcolo della superficie catastale totale solo per il 25%.
Questo metodo, apparentemente complesso, riflette una logica di valutazione che tiene conto dell’effettiva fruibilità degli spazi. Un balcone accessibile direttamente dal soggiorno, ad esempio, contribuisce maggiormente alla vivibilità dell’immobile rispetto ad una soffitta inaccessibile dal suo interno. La ponderazione al 50% o al 25% rappresenta quindi un tentativo di quantificare questa maggiore o minore fruibilità.
È importante sottolineare che la superficie catastale non coincide necessariamente con la superficie commerciale o quella effettivamente misurabile. Quest’ultima potrebbe infatti includere spessori di muri o altri elementi architettonici non considerati nel calcolo catastale. La superficie catastale rappresenta quindi una stima, un dato amministrativo utile per fini fiscali e legali, ma non una rappresentazione perfettamente fedele della superficie reale.
In conclusione, per comprendere correttamente la superficie di un immobile a partire dalla visura catastale, è fondamentale non limitarsi alla semplice lettura dei numeri, ma comprendere la logica sottesa al calcolo, in particolare il metodo di ponderazione applicato alle superfici accessorie. Solo in questo modo si potrà evitare di incorrere in equivoci e avere una rappresentazione più chiara e completa delle caratteristiche dell’immobile in questione. In caso di dubbi, è sempre consigliabile rivolgersi a un professionista del settore, come un geometra o un agente immobiliare, per una corretta interpretazione della documentazione catastale.
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