Quanto rende un appartamento ad affitti brevi?

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Lo short rent, in centri urbani italiani, genera un rendimento medio del 174% superiore rispetto allaffitto tradizionale per appartamenti di 80 mq.
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Short rent vs. affitto tradizionale: un’analisi della redditività negli 80 mq urbani

Il mercato immobiliare italiano è in continua evoluzione, e tra le opzioni più discusse figura la contrapposizione tra l’affitto tradizionale e gli affitti brevi (short rent), un settore che negli ultimi anni ha registrato una crescita esponenziale. Ma quanto è realmente conveniente optare per gli affitti brevi, soprattutto considerando un appartamento di medie dimensioni? Recenti studi dimostrano che, almeno per immobili di circa 80 mq situati in centri urbani, lo short rent genera un rendimento significativamente superiore rispetto all’affitto tradizionale.

L’analisi evidenzia un incremento medio del 174% nella redditività degli appartamenti destinati agli affitti brevi rispetto a quelli locati con contratti a lungo termine. Questa cifra, seppur significativa, richiede una disamina più approfondita per comprenderne le sfumature e i fattori determinanti. Non si tratta, infatti, di una semplice moltiplicazione lineare del guadagno.

Il maggior rendimento dello short rent è dovuto a diversi fattori interconnessi:

  • Maggiore flessibilità di prezzo: la possibilità di adeguare il prezzo a seconda della stagione, degli eventi locali e della domanda permette di massimizzare i ricavi, soprattutto durante i periodi di alta stagione turistica. Un appartamento in una città d’arte, ad esempio, potrà ottenere tariffe molto più alte durante i mesi estivi rispetto a quelli invernali.
  • Maggiore rotazione degli inquilini: a differenza dell’affitto tradizionale, che prevede un contratto di durata spesso pluriennale, lo short rent consente una maggiore frequenza di prenotazioni, generando un flusso di cassa più costante e rapido.
  • Utilizzo ottimale dell’immobile: l’appartamento viene utilizzato quasi al massimo della sua potenzialità, senza periodi di inattività tra un contratto e l’altro.
  • Economia di scala: la gestione di più appartamenti in short rent può generare economie di scala, sia in termini di marketing e gestione delle prenotazioni, che di pulizia e manutenzione.

Tuttavia, è fondamentale considerare anche gli aspetti meno brillanti:

  • Maggiore impegno gestionale: gestire gli affitti brevi richiede un impegno maggiore rispetto all’affitto tradizionale, con la necessità di occuparsi di prenotazioni, check-in/check-out, pulizie, manutenzioni e gestione delle recensioni online.
  • Costi di gestione: le commissioni delle piattaforme di booking online, le spese di pulizia e manutenzione, le tasse e gli eventuali costi di assicurazione possono ridurre la redditività complessiva.
  • Rischi di danni all’immobile: il maggior turnover di ospiti comporta un rischio maggiore di danni all’appartamento.
  • Normative locali: la regolamentazione degli affitti brevi varia da comune a comune, con vincoli e restrizioni che possono influenzare la redditività.

In conclusione, sebbene l’incremento del 174% nella redditività rappresenti un dato significativo, la scelta tra affitto tradizionale e short rent per un appartamento di 80 mq in un centro urbano richiede un’attenta valutazione dei pro e dei contro, considerando il proprio profilo di rischio, le competenze gestionali e la conoscenza del mercato locale. Una pianificazione accurata e una gestione efficiente sono fondamentali per massimizzare i profitti e minimizzare i rischi connessi all’affitto breve.