Chi fa i controlli interni negli enti locali?

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"Negli enti locali, i controlli interni sono disciplinati dal D.Lgs. 286/1999. La verifica di regolarità amministrativa e contabile è affidata agli organi di revisione e agli uffici di ragioneria, come previsto dalla legge."

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Controlli interni enti locali: chi li esegue?

Ah, i controlli interni negli enti locali… Un argomento che mi fa venire in mente pomeriggi interi passati a cercare di districarmi tra leggi e regolamenti.

Da quello che mi ricordo, la legge 286/1999 ha un ruolo chiave. Mi pare che stabilisca che i controlli di regolarità amministrativa e contabile siano compito di organi specifici.

In pratica, mi sembra di ricordare che siano l’organo di revisione (il revisore dei conti, insomma) e gli uffici di ragioneria a farsi carico di questa responsabilità. Un po’ come i guardiani del bilancio, pronti a scovare ogni imperfezione!

Controlli interni enti locali: chi li esegue?

  • Riferimento: Lgs. n. 286/1999
  • Responsabili: Organi di revisione (revisori dei conti) e uffici di ragioneria.
  • Tipologia di controlli: Regolarità amministrativa e contabile.

Chi fa il controllo interno?

Controllo interno: questione di equilibri.

  • Collegio Sindacale: Custode della vigilanza. Il suo sguardo penetra le dinamiche interne, senza sconti.

  • Consiglio di Amministrazione: Organo di potere strategico. Definisce la rotta, pesa i rischi, pretende risultati. Il comitato controllo e rischi? Uno strumento affilato nelle loro mani.

  • Organismi specifici: Se il controllo si frammenta, la responsabilità si diluisce. Figure specializzate, certo, ma il potere decisionale resta altrove.

C’è chi vigila, chi decide, chi esegue. Ma la vera forza è nell’interazione, nel flusso costante di informazioni che sale e scende lungo la piramide. Dove si blocca questo flusso, il sistema si inceppa.

Chi svolge i controlli interni negli enti locali?

Oddio, controlli interni negli enti locali… Mi viene in mente il Segretario Comunale, sempre lui, ahah! Ma come funziona esattamente? Devo controllare le mie note… Aspetta… Dove le ho messe? Ah ecco!

  • Il Segretario, certo, il capo! Direzione sua, tutto sotto il suo occhio vigile.

Ma poi… cosa dice esattamente la legge? Devo trovare il testo di legge… ah no, ho già la risposta. Non ricordo la legge specifica ma è così! È complicato, eh?

  • Revisione aziendale… che palle! Sembra una cosa da grandi aziende, non da un piccolo comune come il nostro. Ma va be’, si fa così, suppongo.

Autonomia organizzativa… quella è tutta un’altra storia! Ogni ente, una legge a sé. Che casino! Devo ricordarmi di approfondire questo aspetto.

  • Modalità definite nell’ambito dell’autonomia… voglio dire, ma c’è un minimo di uniformità o siamo nel far west?

Aspetta, ho un appuntamento alle 16:30 con il commercialista. Devo ricordargli di mandarmi quel documento sull’aggiornamento delle norme sui controlli. E poi, ho anche una riunione con l’ufficio ragioneria… uff. Stasera pizza, me la merito!

  • Fase successiva all’adozione degli atti… quindi dopo che il sindaco firma, il Segretario inizia il suo lavoro investigativo, giusto?

Informazioni aggiuntive:

  • Riferimenti normativi (da aggiornare con quelli attuali): Serve una ricerca approfondita per citare correttamente le leggi e i regolamenti che disciplinano i controlli interni negli enti locali. Il D.Lgs. 267/2000 (Testo Unico Enti Locali) è un buon punto di partenza, ma le modifiche normative sono frequenti.
  • Ruolo del responsabile del procedimento: La responsabilità del controllo di regolarità amministrativa non ricade esclusivamente sul Segretario Comunale, ma anche sul responsabile del procedimento amministrativo che ha emesso l’atto.
  • Tipologie di controllo: Oltre al controllo di regolarità amministrativa, esistono altre forme di controllo interno (es. controllo di gestione, controllo di efficacia), con diverse figure coinvolte.
  • Organizzazione interna dell’ente: La struttura organizzativa dell’ente locale influenza la modalità di espletamento dei controlli. Enti più grandi possono avere uffici dedicati al controllo interno.

Quali sono gli organismi di controllo interni?

Oddio, organismi di controllo interno… mi viene in mente subito il casino che è stato con la relazione dell’Internal Audit di quest’anno, a maggio. Un vero dramma! Report lungo chilometri, pieno di tecnicismi che neanche un avvocato aziendale riusciva a decifrare completamente! Ricordo ancora la riunione, in quella sala asettica di vetro e acciaio al decimo piano della nostra sede a Milano. Sudavo freddo, avevo preparato tutto, ma quella montagna di dati…

  • Internal Audit, quindi. Loro, in pratica, controllano tutto ciò che riguarda i processi interni, la sicurezza dei dati, la compliance. Un vero incubo! Per esempio, quest’anno hanno trovato un problema nel sistema di gestione delle fatture elettroniche, un disastro.

Poi, c’è il Collegio Sindacale, ma quello è un altro pianeta. Sono figure esterne alla gestione quotidiana, ma che hanno poteri enormi. Mi ricordo ancora la faccia del presidente, Signor Rossi, durante l’ultima assemblea degli azionisti. Impassibile, occhi di ghiaccio.

  • Collegio Sindacale: sorveglianza sulla gestione della società, controllo dei bilanci, eccetera. Hanno potere di veto su diverse decisioni!

Infine, la società di revisione. Quest’anno è la Deloitte, e ti dico, sono dei professionisti, ma costosi! Hanno fatto un lavoro certosino, e la loro relazione è stata parecchio utile.

  • Società di revisione: verifica della correttezza del bilancio, conformità alle normative. Un’assicurazione costosa, ma necessaria.

Ah, dimenticavo l’Organismo di Vigilanza, ma di quello sinceramente, non mi ricordo molto.

  • Organismo di Vigilanza (ODV): controlla il rispetto delle normative in materia di antiriciclaggio e trasparenza. Spesso, un’appendice a quello che già fanno gli altri.

Questo è quello che ricordo, però se ti serve qualcosa di più preciso, dovrei riguardare i documenti… ma non è il massimo, fidati. È tutta roba pesante.

Cosa si intende per organo di controllo interno?

Ok, proviamo a raccontare questa storia del controllo interno come la vivrei io, senza filtri e un po’ a braccio.

Mi ricordo quando lavoravo al Comune di… non importa quale, diciamo Bellavista. Un casino, un vero casino! E c’era ‘sta storia del controllo interno che sembrava sempre una rogna.

  • L’organo di controllo interno: In pratica, era tipo un revisore dei conti, ma non proprio esterno. Cioè, non era un dipendente del Comune, ma lavorava dentro il Comune. Aveva un ufficio lì, partecipava a certe riunioni. Un po’ come avere un ispettore che ti guarda le spalle, ma anche no…dipende da che persona è, secondo me.

  • Il casino: Il punto è che a Bellavista era una figura un po’ controversa. Alcuni la vedevano come un aiuto, altri come una spia del Sindaco. Immagina che casino! Io, nel mio piccolo, cercavo solo di fare il mio lavoro senza farmi troppo coinvolgere nelle polemiche. Comunque, l’importante è capire che è una persona (o un team) che verifica che tutto fili liscio dall’interno dell’ente, ma senza essere parte integrante dell’organigramma. Una specie di cane da guardia, ma pagato dal padrone di casa.

  • E poi: Poi magari ti racconto di quella volta che… no, meglio di no, troppi dettagli e poi magari qualcuno si riconosce! Diciamo solo che il controllo interno, sulla carta, è una gran cosa. Poi, come sempre, dipende dalle persone e da come viene gestito il potere.

Quali sono le funzioni del controllo interno?

Le funzioni del controllo interno sono molteplici e interconnesse, come gli ingranaggi di un orologio svizzero, direbbe mio nonno orologiaio. Puntano tutte a garantire la salute dell’azienda, un concetto forse un po’ astratto, ma che in pratica si traduce nella capacità di raggiungere i propri obiettivi, operando in modo efficiente ed efficace. Un po’ come quando si cerca l’equilibrio perfetto tra vita privata e lavoro, no?

  • Identificazione dei rischi: Prima di tutto, bisogna capire quali sono le minacce, interne o esterne, che potrebbero ostacolare il raggiungimento degli obiettivi. Parlo di cose concrete, come la fluttuazione dei prezzi delle materie prime, che quest’anno, con la guerra in Ucraina, hanno messo a dura prova la mia piccola impresa di import-export di caffè. Ma anche di rischi più subdoli, come un calo di motivazione del personale o l’obsolescenza tecnologica. A volte, i rischi più grandi sono quelli che non si vedono.

  • Valutazione dei rischi: Una volta individuati, i rischi vanno valutati in termini di probabilità che si verifichino e di impatto potenziale. Un po’ come quando si valuta se conviene o meno prendere l’ombrello, considerando le previsioni meteo e l’importanza dell’appuntamento a cui si sta andando. Nel mio caso, ho dovuto valutare attentamente il rischio di rimanere senza fornitori di caffè etiopico, vista la situazione geopolitica.

  • Monitoraggio dei rischi: I rischi non sono statici, evolvono nel tempo. Pensate al mercato azionario: un investimento considerato sicuro oggi potrebbe diventare rischioso domani. Per questo è fondamentale un monitoraggio costante, un’attività che richiede attenzione e aggiornamento continuo, un po’ come prendersi cura di un bonsai.

  • Misurazione dei rischi: Quantificare l’impatto dei rischi è essenziale per poter prendere decisioni informate. È un po’ come quando si fa la spesa al supermercato: bisogna confrontare i prezzi al chilo per capire qual è l’offerta migliore. Nel business, questo si traduce nell’utilizzo di indicatori di performance e altri strumenti di analisi.

  • Mitigazione/gestione dei rischi: Infine, si tratta di mettere in atto strategie per ridurre al minimo la probabilità che i rischi si verifichino e/o il loro impatto. Questo può significare diversificare gli investimenti, stipulare polizze assicurative, implementare procedure di sicurezza informatica o, nel mio caso, cercare nuovi fornitori di caffè in Sud America. In fondo, si tratta di trovare il giusto equilibrio tra rischio e rendimento, una sfida che accompagna l’umanità fin dai tempi di Ulisse.

Oltre a queste cinque funzioni principali, il controllo interno contribuisce anche a:

  • Migliorare l’efficienza operativa: ottimizzando l’utilizzo delle risorse e riducendo gli sprechi.
  • Garantire l’affidabilità delle informazioni finanziarie: fondamentale per prendere decisioni strategiche e per la trasparenza nei confronti degli stakeholder.
  • Promuovere il rispetto delle leggi e dei regolamenti: aspetto sempre più cruciale in un contesto normativo complesso e in continua evoluzione.
  • Rafforzare la cultura del controllo: diffondendo la consapevolezza dell’importanza della gestione del rischio a tutti i livelli dell’organizzazione.

Chi è il responsabile del controllo interno aziendale?

Oddio, chi si occupa del controllo interno? Ah già, il CDA, giusto? Ma è una palla, tutta quella roba… il CDA, si, ma poi c’è anche l’AD, che fa da supervisore, no? Un casino!

  • Consiglio di Amministrazione: quelli là, responsabili del sistema, ma poi deleghiamo tutto, giusto?

  • Amministratore Delegato: lui controlla che tutto funzioni, la parte pratica, sapete? È lui che si sporca le mani. Speriamo bene…

Mi sembra una responsabilità enorme, eh… Quest’anno Marco, il nostro nuovo responsabile, sembra un po’ perso… spero che non ci siano problemi con le nuove normative, spero che vada tutto bene, cavolo.

  • Responsabilità: molte, troppe forse? Spero che Marco riesca a gestire tutto. Magari dovremmo fare un aggiornamento del sistema… ma chi ha tempo?

  • Normative 2024: devo controllare se abbiamo tutto a posto… Mamma mia, quante cose da fare!

Questo mi ricorda quella volta che… ah no, niente. Devo finire questo rapporto entro domani. Che palle. E poi devo chiamare mia madre. E devo anche… Aspetta, cosa stavo dicendo? Ah si, il controllo interno… un bel pasticcio.

  • Sistema di gestione dei rischi: nessuno ci pensa davvero finché non succede qualcosa di brutto. E poi si corre ai ripari… spero che non succeda!

Chi nomina il controllo interno?

Oddio, che casino quella volta con l’assemblea! Era giugno 2024, un caldo boia a Roma, nella sede della “Imprese Verdi srl”. Ricordo l’aria pesante, appiccicosa, che mi si attaccava alla pelle. Ero lì, in rappresentanza dello studio legale Rossi & Bianchi, a seguire la nomina del comitato per il controllo sulla gestione. Un vero dramma!

Il consiglio d’amministrazione, un branco di lupi affamati, si azzuffava per ogni singolo voto. Erano tutti lì, con le loro facce da poker, a giocarsi le carte, cercando di spuntarla. Ricordo bene il signor Bianchi, il presidente, con quella sua aria da dittatore bonario, che faceva da paciere, ma in realtà manovrava tutto dietro le quinte.

  • Il caos totale!
  • Un’assemblea infuocata.
  • Il signor Bianchi, mente del gioco.

La decisione finale? Il consiglio d’amministrazione, come da statuto, ha nominato i membri del comitato. Ma che fatica! Sembrava una partita a carte truccata. Alla fine, è uscito tutto come previsto, ma solo grazie al nostro intervento a mettere ordine nelle procedure.

Poi, dopo, abbiamo festeggiato con un bel piatto di pasta cacio e pepe, perché la meritavamo proprio. E’ stata una giornata veramente stressante, tutta sudore e caffè.

  • Nome studio legale: Rossi & Bianchi
  • Data: Giugno 2024
  • Luogo: Roma, sede “Imprese Verdi srl”
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