Perché Will Smith ha picchiato Chris Rock?

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Nel suo discorso, Will Smith ha rivelato di sentirsi sopraffatto dalla missione che sente di avere nella vita: amare e proteggere le persone, come un fiume che scorre incessantemente.
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Il fiume in piena: Will Smith, la protezione e l’ombra dell’ego

Lo schiaffo di Will Smith a Chris Rock durante la cerimonia degli Oscar 2022 ha scosso il mondo. Un gesto violento e inaspettato, che ha trasformato la celebrazione del cinema in un palcoscenico per un dramma personale. Mentre le condanne e le analisi si sono susseguite, le parole pronunciate da Smith nel suo discorso di accettazione dell’Oscar come miglior attore hanno offerto uno spaccato, forse involontario, sulla complessa psicologia dietro l’aggressione. Smith ha parlato di sentirsi investito di una missione: amare e proteggere le persone, paragonandosi a un fiume in perenne movimento. Ma questa immagine, apparentemente nobile, cela forse un’ambiguità pericolosa.

L’idea di essere un “protettore”, un fiume che scorre incessantemente portando amore e sostegno, può trasformarsi in una giustificazione per comportamenti impulsivi e aggressivi. La protezione, quando non bilanciata da un sano discernimento, può diventare possessività, controllo, e infine violenza. Nel caso di Smith, la battuta di Rock sulla moglie Jada Pinkett Smith, affetta da alopecia, potrebbe aver innescato un meccanismo di difesa esasperato, una reazione istintiva a ciò che ha percepito come un attacco alla sua “missione”. Il fiume, in piena, ha rotto gli argini.

Ma è davvero solo amore e protezione ciò che ha spinto Smith? O c’è altro, un’ombra che si cela dietro la nobiltà dichiarata? L’immagine del fiume che scorre incessantemente può anche essere interpretata come una metafora dell’ego, che fluisce senza controllo, travolgendo tutto ciò che incontra. La necessità di proteggere, in questo caso, potrebbe essere una manifestazione di un ego ipertrofico, che si sente in dovere di intervenire, di controllare la narrazione, di imporre la propria volontà. L’atto di Smith, in quest’ottica, non sarebbe solo un gesto di protezione verso la moglie, ma anche un’affermazione di potere, un modo per ristabilire il controllo in una situazione percepita come minacciosa per la propria immagine.

L’episodio degli Oscar ci invita a riflettere sulla sottile linea che separa la protezione dall’oppressione, l’amore dall’egoismo. Il fiume di Will Smith, con la sua forza travolgente, ci ricorda che anche le intenzioni più nobili possono portare a conseguenze devastanti se non governate dalla ragione e dalla consapevolezza. La vera sfida, forse, non sta tanto nel proteggere gli altri, ma nel comprendere e gestire le proprie emozioni, impedendo al fiume interiore di trasformarsi in una forza distruttiva.