Quante tasse deve pagare un tassista?

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Il regime fiscale forfettario prevede due aliquote:

  • 5% per le nuove attività (avviate da meno di 5 anni)
  • 15% per le attività esistenti da oltre 5 anni
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Il Fisco e il Volante: Quanto Paga Davvero un Tassì?

La vita del tassista, tra semafori rossi e corse contro il tempo, cela anche un complesso mondo di adempimenti fiscali. Determinare l’esatto ammontare delle tasse che un autista deve versare non è un’operazione semplice, poiché dipende da numerosi fattori, ma possiamo tracciare un quadro generale, focalizzandoci sul regime fiscale forfettario, il più comunemente scelto da questa categoria di lavoratori.

Contrariamente a una diffusa credenza, il calcolo non si limita a una semplice percentuale applicata al fatturato. Il regime forfettario, infatti, prevede due aliquote IVA agevolate (che non vanno confuse con l’imposta sul reddito): il 5% per le nuove attività, intendendosi come tali quelle avviate da meno di cinque anni, e il 15% per quelle operative da oltre un quinquennio. Questo significa che un tassista che ha avviato la propria attività da poco pagherà un’IVA inferiore rispetto a un collega con più esperienza.

Ma attenzione: queste percentuali si applicano al fatturato, non al reddito. Il reddito imponibile, su cui poi si calcola l’IRPEF, è determinato sottraendo dal fatturato lordo tutte le spese ammissibili, come i costi del carburante, le manutenzioni dell’auto, l’assicurazione RCA e l’IMU o TARI se il veicolo è di proprietà. La corretta documentazione di queste spese è cruciale per ridurre l’imponibile e, di conseguenza, l’imposta finale.

Inoltre, il regime forfettario prevede una serie di limiti al fatturato annuo oltre i quali non è più applicabile. Superato tale limite, il tassista è obbligato a passare a un regime fiscale ordinario, con un carico tributario generalmente più elevato e una maggiore complessità gestionale. Questo limite, costantemente aggiornato, necessita di una verifica periodica.

Infine, non dimentichiamo le altre imposte indirette, come l’addizionale regionale e comunale all’IRPEF, che variano in base alla regione e al comune di residenza del tassista.

In conclusione, la tassazione di un tassista è un mosaico di elementi interconnessi. L’aliquota IVA agevolata del 5% o 15% rappresenta solo una parte del quadro. La vera entità del carico fiscale dipende fortemente dal fatturato, dalle spese sostenute e dalla corretta gestione amministrativa. Una consulenza professionale con un commercialista esperto in materia risulta quindi fondamentale per una corretta pianificazione fiscale e per evitare spiacevoli sorprese. Solo una precisa analisi delle entrate e delle uscite, con l’ausilio di un professionista, consente al tassista di comprendere a fondo quanto effettivamente paga al fisco e di ottimizzare la propria situazione tributaria.