Come capire se un figlio si fa le canne?

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Leccessiva stanchezza, alterazioni dellappetito (fame improvvisa o inappetenza), occhi arrossati con pupille dilatate, sudorazione abbondante e un netto calo dei risultati scolastici possono segnalare un consumo di cannabis. Questi segnali, però, non sono conclusivi e richiedono ulteriori approfondimenti.

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Decifrare i Segnali: Come Capire se un Figlio Fa Uso di Cannabis

L’adolescenza è un periodo di sperimentazione, di ricerca di sé e, purtroppo, a volte anche di incontri con sostanze potenzialmente dannose come la cannabis. Per un genitore, riconoscere i segnali di un possibile consumo può essere un compito delicato, un equilibrio precario tra la necessaria vigilanza e il rispetto della privacy del figlio. Mentre alcuni segnali possono essere indicativi, è fondamentale ricordare che nessuno di essi è conclusivo e che saltare a conclusioni affrettate può essere controproducente.

L’articolo si concentra quindi non tanto su una diagnosi fai-da-te, quanto sull’importanza di osservare con attenzione e preoccupazione eventuali cambiamenti nel comportamento del ragazzo, aprendo un dialogo costruttivo.

Tra i campanelli d’allarme che potrebbero suggerire un consumo di cannabis troviamo: una stanchezza insolita e persistente, che non si risolve con il riposo; alterazioni dell’appetito, che possono manifestarsi sia con una fame improvvisa e irrefrenabile (“fame chimica”), sia con una marcata inappetenza. Occhi arrossati, spesso accompagnati da pupille dilatate, possono essere un altro indizio, così come un’eccessiva sudorazione, soprattutto in situazioni non giustificate da sforzo fisico o temperature elevate. Infine, un calo repentino del rendimento scolastico, un disinteresse per attività precedentemente apprezzate e un progressivo isolamento sociale completano il quadro dei possibili segnali.

Tuttavia, è cruciale sottolineare che questi sintomi possono essere riconducibili a una molteplicità di cause, da normali fluttuazioni ormonali tipiche dell’adolescenza a stati di stress, ansia o persino a patologie mediche. La presenza di uno o più di questi indicatori non costituisce quindi una prova certa di consumo di cannabis, ma dovrebbe spingere i genitori ad approfondire la situazione con attenzione e sensibilità.

Prima di giungere a conclusioni affrettate, è fondamentale instaurare un dialogo aperto e sincero con il proprio figlio, basato sull’ascolto e sulla comprensione. Esprimere le proprie preoccupazioni senza accusare o giudicare può creare un clima di fiducia e incoraggiare il ragazzo a confidarsi. Osservare con attenzione eventuali cambiamenti nel suo gruppo di amici, nelle sue abitudini e nel suo umore può fornire ulteriori elementi utili per comprendere la situazione.

Se il sospetto di un consumo di cannabis persiste, è consigliabile rivolgersi a professionisti qualificati, come psicologi o educatori, che possono fornire supporto e guidance sia ai genitori che al ragazzo. Ricordiamo che l’obiettivo non è quello di “incastrare” il figlio, ma di aiutarlo a comprendere i rischi connessi all’uso di sostanze e a fare scelte consapevoli per il suo benessere. Un approccio basato sul dialogo, sull’empatia e sulla fiducia reciproca è la chiave per affrontare questa delicata situazione e accompagnare il ragazzo in un percorso di crescita sano e responsabile.