Perché si dice che di Venere e di Marte non si sposa e non si parte?
Il velo delle superstizioni: perché “di Venere e di Marte non si sposa e non si parte”?
L’antico detto romano “di Venere e di Marte non si sposa e non si parte” rimanda a un’interpretazione del calendario celeste, filtrato attraverso le lenti della mitologia romana e delle credenze popolari. Non si tratta di un’affermazione razionale, bensì di un’eredità culturale, radicata in un sistema di credenze che associava gli eventi della vita a forze cosmiche personificate.
Il cuore di questa credenza si trova nell’affievolita, ma persistente, connessione tra i giorni della settimana e le divinità. Marte, implacabile dio della guerra, era legato al martedì. Venere, seducente dea dell’amore e della bellezza, al venerdì. Questa associazione, forse inconsapevolmente, collocava questi giorni sotto il segno di forze contrastanti. Marte, simbolo di conflitto e violenza, era percepito come portatore di disordini, mentre Venere, con la sua natura più volitiva, era ritenuta potenzialmente destabilizzante per un matrimonio o un viaggio.
L’idea che un’unione matrimoniale o un’impresa come un viaggio, intrapresi in questi giorni, fossero di cattivo auspicio, non era solo frutto di superstizione. In un’epoca in cui la capacità di prevedere il futuro era legata a interpretazioni astrologiche, la coincidenza di un evento con un giorno “sfavorevole” poteva essere letta come una possibile premonizione negativa. L’implicazione di una possibile discordia, un conflitto interiore o un pericolo sul cammino erano elementi che alimentavano il timore.
È importante sottolineare che questa credenza non era limitata al mondo romano. Le associazioni tra giorni della settimana e divinità, e le conseguenti superstizioni, sono un fenomeno ricorrente in molte culture e tradizioni. L’eredità di queste convinzioni, sebbene in gran parte superate, si percepisce ancora nella nostra società, a volte sotto forma di pregiudizi inconsci o in frasi idiomatiche che si tramandano.
L’espressione “di Venere e di Marte non si sposa e non si parte”, dunque, non è semplicemente un’osservazione pragmatica, ma un’eco di un passato in cui le divinità si intrecciavano con le vicende umane, plasmando le scelte e le credenze. E’ una testimonianza di una visione del mondo permeata dalla superstizione e dall’interpretazione simbolica degli eventi, un mondo che, pur sembrando lontano, continua a influenzare, in forme più o meno palesi, il modo in cui percepiamo il nostro presente.
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