Che disinfettante si usa in sala operatoria?

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In ambito sanitario, per la sterilizzazione di sale operatorie, strumenti chirurgici e contenitori viene impiegato lossido di etilene. Questo disinfettante garantisce unelevata efficacia nei confronti di batteri, funghi, virus e spore, consentendo la totale eliminazione dei microrganismi.

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Oltre l’Ossido di Etilene: Nuove Frontiere nella Disinfezione delle Sale Operatorie

La sterilizzazione di una sala operatoria è un processo cruciale per la sicurezza del paziente, richiedendo l’eliminazione totale di ogni forma di microrganismo patogeno. Se per lungo tempo l’ossido di etilene (ETO) ha rappresentato il gold standard per la sterilizzazione di strumenti e superfici, oggi la sua tossicità e l’impatto ambientale stanno spingendo la ricerca verso soluzioni alternative più sostenibili e altrettanto efficaci. L’ETO, pur garantendo un’elevata efficacia contro batteri, funghi, virus e spore, richiede un’attenta gestione e smaltimento a causa della sua natura cancerogena e mutagenica. Questo comporta costi elevati e procedure complesse, rendendolo una soluzione sempre meno appetibile per le strutture sanitarie moderne.

La necessità di ridurre l’impatto ambientale e migliorare la sicurezza degli operatori ha portato allo sviluppo e all’adozione di diverse strategie complementari e, in alcuni casi, alternative all’ETO. Tra queste spiccano:

  • Plasma a bassa temperatura: Questa tecnologia sfrutta il plasma, un quarto stato della materia, per generare radicali liberi altamente reattivi che distruggono i microrganismi senza danneggiare i materiali termosensibili. Il plasma a bassa temperatura risulta particolarmente efficace contro spore batteriche e virus, ed è compatibile con una vasta gamma di strumenti e materiali.

  • Perossido di idrogeno (H₂O₂): Disponibile in diverse formulazioni (gas, vapore, liquido), il perossido di idrogeno è un potente disinfettante ad ampio spettro, efficace contro batteri, funghi, virus e spore. La sua azione ossidante danneggia le strutture cellulari dei microrganismi, rendendolo un’opzione sicura ed efficace, pur richiedendo attenzioni specifiche per la sua manipolazione.

  • Acido peracetico (CH₃CO₃H): Questo acido organico possiede una potente azione biocida, efficace contro una vasta gamma di microrganismi, incluso il Clostridium difficile, un batterio particolarmente resistente. La sua efficacia e la sua biodegradabilità lo rendono una valida alternativa all’ETO, sebbene la sua corrosività richieda una attenta selezione dei materiali da trattare.

  • Metodi combinati: L’approccio più innovativo prevede l’integrazione di diverse tecniche di disinfezione e sterilizzazione per massimizzare l’efficacia e la sicurezza. Ad esempio, l’abbinamento di una pulizia accurata con l’utilizzo di un disinfettante liquido a base di perossido di idrogeno, seguito da una sterilizzazione con plasma a bassa temperatura, garantisce un livello di sicurezza ottimale.

La scelta del disinfettante ideale per una sala operatoria dipende da una serie di fattori, tra cui il tipo di strumento o superficie da trattare, il tipo di microrganismi da eliminare, le risorse disponibili e le normative vigenti. La tendenza attuale, però, è quella di ridurre gradualmente l’utilizzo dell’ETO a favore di soluzioni più sostenibili e sicure, puntando su un approccio multi-livello che garantisca la massima protezione per pazienti e operatori sanitari. La ricerca continua ad esplorare nuove tecnologie e approcci per migliorare ulteriormente le procedure di sterilizzazione, garantendo ambienti operatori sempre più sicuri ed efficienti.