Che disturbi provoca l'intolleranza al lattosio?

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Lintolleranza al lattosio causa disturbi gastrointestinali come diarrea o stitichezza, crampi, gonfiore e flatulenza, dovuti alla fermentazione intestinale del lattosio non digerito. Possono comparire anche sintomi extraintestinali quali nausea, cefalea, stanchezza e rash cutanei.
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Oltre la pancia: l’impatto dell’intolleranza al lattosio sulla salute

L’intolleranza al lattosio, un disturbo digestivo comune, spesso viene erroneamente relegato a un semplice disagio intestinale. In realtà, le sue manifestazioni cliniche possono essere molto più ampie e pervasive, influenzando la qualità di vita in modo significativo. Mentre la maggior parte delle persone associa l’intolleranza al lattosio a fastidi gastrointestinali, la sua portata va ben oltre i semplici disturbi digestivi.

I sintomi più noti e frequenti sono indubbiamente quelli a carico dell’apparato digerente. La carenza di lattasi, l’enzima responsabile della digestione del lattosio, porta ad un accumulo di questo zucchero nel tratto intestinale. Qui, il lattosio non digerito viene fermentato dalla flora batterica, generando una serie di spiacevoli conseguenze: diarrea, spesso acquosa e accompagnata da urgenza, è il sintomo più comune. Ma non è l’unico: crampi addominali, spesso dolorosi e intensi, gonfiore addominale e flatulenza abbondante sono altrettanto frequenti. In alcuni casi, paradossalmente, si può verificare anche stitichezza, causata da un alterato transito intestinale conseguente all’infiammazione.

La sintomatologia, tuttavia, non si limita all’apparato digerente. Un numero significativo di persone intolleranti al lattosio sperimenta anche sintomi extraintestinali, a volte più subdoli e difficili da correlare al consumo di latticini. Tra questi, la nausea è piuttosto diffusa, e può manifestarsi sia in forma lieve che severa. Cefalee, stanchezza cronica e una generale sensazione di malessere possono altresì accompagnare i disturbi gastrointestinali. In alcuni casi, si possono osservare anche manifestazioni cutanee, come rash o eruzioni cutanee, spesso di tipo eczematoso, a sottolineare il potenziale impatto sistemico dell’intolleranza.

È importante sottolineare che l’intensità dei sintomi varia considerevolmente da individuo a individuo, dipendendo da diversi fattori, tra cui la gravità della carenza di lattasi, la quantità di lattosio ingerita e la sensibilità individuale. Una diagnosi precisa è fondamentale per affrontare efficacemente il problema. Questa si basa solitamente su un’accurata anamnesi e su test specifici, come il test del respiro all’idrogeno o il test delle feci.

La gestione dell’intolleranza al lattosio prevede principalmente la riduzione o l’eliminazione del lattosio dalla dieta, che può essere raggiunta attraverso scelte alimentari consapevoli e l’utilizzo di prodotti lattiero-caseari a basso contenuto di lattosio o privi di lattosio. In alcuni casi, l’integrazione di lattasi può essere utile per favorire la digestione. È quindi essenziale rivolgersi a un medico o a un dietologo per una valutazione personalizzata e per elaborare un piano alimentare adeguato, che consenta di gestire al meglio l’intolleranza e di migliorare significativamente la qualità di vita.