Che esami fare se si ha sempre sonno?
Sonnolenza diurna eccessiva? Per distinguere tra narcolessia e ipersonnia idiopatica, occorrono accertamenti specifici: polisonnografia e test di latenza multipla del sonno. Questi esami diagnostici permettono di individuare la causa del problema.
Sempre stanchi? Quando la sonnolenza diventa un campanello d’allarme: gli esami da fare
La sensazione di stanchezza e sonnolenza può essere un’esperienza comune a tutti, soprattutto in periodi di stress o cambiamenti stagionali. Tuttavia, quando la sonnolenza diurna eccessiva diventa una costante, interferendo con la vita quotidiana, il lavoro, lo studio e le relazioni, è importante non sottovalutare il problema e indagare le possibili cause. Non si tratta solo di “essere pigri” o di dormire poco: potrebbe celarsi un disturbo del sonno che necessita di una diagnosi precisa e di un trattamento adeguato.
Molteplici fattori possono contribuire a una sensazione persistente di sonnolenza. Tra questi, l’apnea notturna, l’insonnia, l’anemia, problemi alla tiroide, carenze vitaminiche e persino la depressione. Però, quando le cause più comuni vengono escluse, e la sonnolenza persiste, la ricerca si concentra su disturbi del sonno più specifici, come la narcolessia e l’ipersonnia idiopatica.
Distinguere tra queste due condizioni, apparentemente simili, è fondamentale per impostare la terapia corretta. Entrambe si manifestano con un’irresistibile sonnolenza diurna, ma le loro cause e i meccanismi sottostanti sono differenti. La narcolessia, spesso associata a cataplessia (improvvisa perdita del tono muscolare), è un disturbo neurologico che colpisce i meccanismi che regolano il ciclo sonno-veglia. L’ipersonnia idiopatica, invece, è caratterizzata da un’eccessiva sonnolenza diurna, prolungate ore di sonno notturno (spesso superiori alle 10 ore) e difficoltà a svegliarsi, senza una causa organica apparente.
Come si fa, quindi, a differenziare narcolessia e ipersonnia idiopatica? La risposta sta in due esami specifici: la polisonnografia (PSG) e il Test di Latenza Multipla del Sonno (MSLT).
La polisonnografia è un esame notturno non invasivo che registra diversi parametri fisiologici durante il sonno, tra cui l’attività cerebrale (elettroencefalogramma – EEG), i movimenti oculari (elettrooculogramma – EOG), il tono muscolare (elettromiogramma – EMG), il battito cardiaco (elettrocardiogramma – ECG), il respiro e i livelli di ossigeno nel sangue. La PSG permette di valutare la qualità e la quantità del sonno, identificare eventuali interruzioni respiratorie (apnee o ipopnee) e rilevare le diverse fasi del sonno (sonno leggero, sonno profondo e sonno REM).
Successivamente alla polisonnografia, viene eseguito il Test di Latenza Multipla del Sonno (MSLT). Questo esame, che si svolge durante il giorno, prevede una serie di brevi sonnellini programmati, intervallati da periodi di veglia. L’obiettivo è misurare la velocità con cui il paziente si addormenta (lattenza del sonno) e la presenza di sonno REM durante questi sonnellini. Nella narcolessia, la lattenza del sonno è tipicamente molto breve e si verifica spesso l’inizio del sonno REM fin dai primi sonnellini. Nell’ipersonnia idiopatica, la lattenza del sonno è anch’essa breve, ma la presenza di sonno REM è meno frequente.
In sintesi, se la sonnolenza diurna eccessiva persiste nonostante un adeguato riposo notturno e non è riconducibile a cause evidenti, è fondamentale consultare un medico specialista in disturbi del sonno. La polisonnografia e il MSLT sono strumenti diagnostici cruciali per identificare la causa del problema e impostare il percorso terapeutico più appropriato, migliorando significativamente la qualità della vita del paziente. Non sottovalutare la stanchezza: potrebbe essere un segnale importante che il tuo corpo ti sta inviando.
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