Come far passare un'infezione ai denti?
In caso di forte mal di denti, il dentista può prescrivere farmaci antinfiammatori e antidolorifici FANS, tra cui ibuprofene, aspirina, paracetamolo, naproxene e simili.
Il mal di denti: quando il dolore diventa un campanello d’allarme
Il mal di denti, un’esperienza purtroppo familiare a molti, può variare da un fastidio lieve a un dolore lancinante che compromette la qualità della vita. Spesso, questo dolore è il sintomo di un’infezione dentale, un problema che richiede attenzione immediata per evitare complicazioni serie. Ma come si sviluppa un’infezione dentale e cosa possiamo fare per contrastarla?
È importante comprendere che un’infezione dentaria non “passa” da una persona all’altra come un raffreddore. Non è un’infezione contagiosa nel senso tradizionale del termine. Tuttavia, la presenza di batteri patogeni nella bocca è comune a tutti, e la loro proliferazione, in determinate condizioni, può causare un’infezione localizzata. Queste condizioni includono:
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Igiene orale inadeguata: Una scarsa igiene orale è il principale fattore di rischio. La placca batterica, se non rimossa regolarmente con spazzolamento e filo interdentale, si accumula sulla superficie dei denti e lungo la linea gengivale, creando un terreno fertile per i batteri. Questi batteri producono acidi che erodono lo smalto dentale, aprendo la strada a carie e infezioni.
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Carie profonde: Le carie non trattate possono penetrare fino alla polpa dentale, la parte interna del dente contenente nervi e vasi sanguigni. Questa penetrazione permette ai batteri di raggiungere la polpa, causando un’infiammazione (pulpiti) e, successivamente, un’infezione (ascesso).
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Traumi dentali: Fratture o lesioni ai denti possono creare delle aperture attraverso le quali i batteri possono penetrare, causando infezioni.
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Malattie gengivali: Gengiviti e parodontiti, infezioni delle gengive, possono progredire e coinvolgere i tessuti di supporto del dente, portando a infezioni più profonde.
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Procedure odontoiatriche: Sebbene rare, le procedure odontoiatriche possono, in alcuni casi, facilitare l’insorgenza di infezioni se non eseguite con le adeguate misure di sterilizzazione.
Quando l’infezione si sviluppa, il dolore può essere intenso e accompagnato da gonfiore, sensibilità al caldo o al freddo, febbre e linfonodi ingrossati. In queste situazioni, è fondamentale consultare immediatamente un dentista.
Il trattamento dell’infezione dentale varia a seconda della gravità e dell’estensione del danno. In casi meno gravi, il dentista potrebbe optare per una pulizia profonda, la rimozione del tessuto cariato e una otturazione. In presenza di un ascesso, potrebbe essere necessario un drenaggio per rimuovere il pus, spesso accompagnato da terapia antibiotica per contrastare l’infezione batterica. In casi più gravi, potrebbe essere necessaria l’estrazione del dente.
Come accennato, il dentista può prescrivere farmaci antinfiammatori e antidolorifici come ibuprofene, aspirina, paracetamolo e naproxene per alleviare il dolore e l’infiammazione, ma questi farmaci agiscono solo sintomaticamente e non curano la causa dell’infezione. È fondamentale ricordare che l’automedicazione è sconsigliata e che solo un professionista può diagnosticare e trattare correttamente un’infezione dentale. La prevenzione, attraverso una scrupolosa igiene orale e controlli periodici dal dentista, rimane la migliore strategia per evitare il mal di denti e le sue spiacevoli conseguenze.
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