Come verificare se si hanno apnee notturne?

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Per verificare la presenza di apnee notturne, è consigliata la polisonnografia, un esame che monitora la respirazione, lattività cardiaca e cerebrale durante il sonno. Per casi lievi di apnea notturna ostruttiva, possono essere sufficienti modifiche dello stile di vita e perdita di peso.

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Dormire bene, respirare meglio: come scoprire se soffri di apnea notturna

L’apnea notturna, un disturbo respiratorio caratterizzato da pause ripetute della respirazione durante il sonno, colpisce milioni di persone, spesso in silenzio e senza che ne siano consapevoli. Le conseguenze, però, possono essere serie, andando ben oltre la semplice stanchezza diurna. Iperattività, irritabilità, difficoltà di concentrazione, aumento del rischio di ipertensione, malattie cardiache e ictus sono solo alcune delle possibili complicanze. Ma come si fa a capire se si soffre di apnea notturna?

La risposta non è semplice e autodiagnosticarsi è fortemente sconsigliato. I sintomi, infatti, sono spesso aspecifici e possono essere confusi con altri disturbi. Ronzio, russamento forte e irregolare, risvegli improvvisi con sensazione di soffocamento, eccessiva sonnolenza diurna, mal di testa mattutini, e irritabilità sono tutti segnali che potrebbero indicare la presenza di apnea notturna, ma non lo confermano definitivamente.

L’unico strumento diagnostico affidabile è la polisonnografia, un esame non invasivo eseguito in un centro specializzato del sonno. Durante la notte, il paziente è monitorato mediante elettrodi e sensori che registrano diversi parametri vitali, tra cui:

  • Respirazione: La polisonnografia rileva la frequenza respiratoria, la presenza di pause respiratorie (apnee) e la loro durata. Misura anche il flusso d’aria nasale e orale, permettendo di distinguere tra apnea ostruttiva (ostruzione delle vie aeree superiori) e apnea centrale (mancata attivazione del centro respiratorio nel cervello).
  • Attività cardiaca: Vengono monitorati la frequenza cardiaca e il ritmo cardiaco, individuando eventuali alterazioni legate all’apnea.
  • Attività cerebrale: L’elettroencefalogramma (EEG) registra l’attività elettrica del cervello, permettendo di valutare le fasi del sonno e di individuare eventuali anomalie.
  • Saturazione di ossigeno nel sangue: Un sensore posto sul dito misura i livelli di ossigeno nel sangue, evidenziando eventuali cali durante le apnee.
  • Movimenti del corpo: Vengono registrati i movimenti degli arti e del tronco, utili per individuare disturbi del movimento correlati al sonno.

La polisonnografia fornisce un quadro completo dell’attività respiratoria e del sonno, permettendo al medico di formulare una diagnosi accurata e di stabilire la gravità dell’apnea. In base ai risultati, potrà essere proposto un piano terapeutico personalizzato.

Per i casi lievi di apnea notturna ostruttiva, soprattutto se correlata a sovrappeso o obesità, modifiche dello stile di vita potrebbero essere sufficienti: perdita di peso, abbandono del fumo, riduzione del consumo di alcol, e adozione di posizioni del sonno corrette possono apportare miglioramenti significativi. Nei casi più gravi, invece, potrebbero essere necessari trattamenti più complessi, come la terapia con CPAP (Continuous Positive Airway Pressure), un apparecchio che aiuta a mantenere aperte le vie aeree durante il sonno.

In conclusione, se si sospetta di soffrire di apnea notturna, è fondamentale consultare un medico specialista del sonno. Non affidarsi a diagnosi fai-da-te: la polisonnografia è l’unico metodo per accertare con certezza la presenza e la gravità del disturbo e iniziare un percorso terapeutico adeguato per migliorare la qualità del sonno e della vita.