Quanto deve essere la pressione per avere un infarto?
Il Mito della “Pressione dell’Infarto”: Un’analisi del Rischio Cardiovascolare
L’infarto del miocardio, un evento drammatico e potenzialmente letale, è spesso associato ad un’idea semplicistica e pericolosamente imprecisa: esiste una “pressione magica” che lo scatena. La realtà è molto più complessa e sfumata. Non esiste un singolo valore di pressione arteriosa che garantisca o predica un infarto. La verità è che l’ipertensione, ovvero la pressione alta, rappresenta un fattore di rischio significativo, ma non l’unico e nemmeno il determinante assoluto.
La diagnosi di ipertensione si basa su letture ripetute e persistenti della pressione sistolica (la pressione massima durante la contrazione del cuore) superiore a 140 mmHg e/o della pressione diastolica (la pressione minima tra una contrazione e l’altra) superiore a 90 mmHg. Questi valori, stabiliti dalle linee guida internazionali, indicano un aumento del rischio cardiovascolare, compreso quello di infarto. È fondamentale sottolineare, però, la parola “aumento”: non “garanzia”.
Un individuo con valori di pressione costantemente superiori a 140/90 mmHg presenta un rischio significativamente maggiore rispetto a chi ha una pressione normale. Ma questo rischio è modulato da una miriade di altri fattori: l’età, il sesso, la familiarità per malattie cardiovascolari, il fumo, il diabete, l’ipercolesterolemia, l’obesità, la sedentarietà, lo stress e la dieta scorretta. Un giovane, sportivo e in buona salute con una pressione di 145/95 mmHg avrà un rischio nettamente inferiore rispetto ad un anziano fumatore, diabetico e obeso con gli stessi valori pressori.
Quindi, focalizzarsi esclusivamente sul numero sulla misurazione della pressione è fuorviante. È cruciale comprendere che l’ipertensione cronica, non trattata o mal gestita, contribuisce a indebolire le arterie coronarie, rendendole più suscettibili alla formazione di placche aterosclerotiche. Queste placche, se si rompono, possono occludere il flusso sanguigno al cuore, causando l’infarto. Ma la rottura della placca è un evento complesso, influenzato da molteplici fattori, e non direttamente correlato ad un valore preciso della pressione.
In conclusione, non esiste una “pressione dell’infarto”. L’ipertensione è un fattore di rischio importante, ma il rischio di infarto è determinato da una complessa interazione di fattori, e la sua valutazione richiede un approccio olistico e personalizzato da parte del medico, che terrà conto di tutta la storia clinica del paziente e non solo di una singola misurazione della pressione. Monitorare regolarmente la propria pressione, adottare uno stile di vita sano e sottoporsi a controlli medici regolari sono azioni fondamentali per ridurre il rischio cardiovascolare e prevenire eventi drammatici come l’infarto.
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