Che quantità serve il bicarbonato di potassio nel vino?

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Per la deacidificazione del vino, il limite massimo consentito è di 1,3 g/l di bicarbonato di potassio, equivalente a 0,65 g/l di acido solforico o 1 g/l di acido tartarico. Superare questa dose non è ammesso.

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L’arte della deacidificazione: dosaggio del bicarbonato di potassio nel vino

La deacidificazione del vino, pratica nota fin dall’antichità, mira a correggere l’eccessiva acidità che può comprometterne la qualità organolettica e la stabilità. Tra i diversi metodi disponibili, l’utilizzo del bicarbonato di potassio rappresenta una soluzione diffusa e relativamente semplice, ma richiede una conoscenza precisa delle dosi per evitare effetti collaterali negativi.

L’efficacia del bicarbonato di potassio risiede nella sua capacità di neutralizzare l’acidità, principalmente quella tartarica, presente nel mosto o nel vino. La reazione chimica che avviene è una semplice neutralizzazione acido-base, generando sali di potassio e anidride carbonica, quest’ultima responsabile di una leggera effervescenza. È proprio questa reazione che richiede un controllo attento del dosaggio.

Un eccesso di bicarbonato di potassio, infatti, può portare a conseguenze indesiderabili. Un sapore sapido e sgradevole può insinuarsi nel vino, alterandone l’equilibrio gustativo e compromettendo la sua piacevolezza. Inoltre, un’aggiunta eccessiva può causare la precipitazione di tartrato di potassio, portando alla formazione di cristalli nel vino imbottigliato, un difetto estetico che può scoraggiare il consumatore.

Il limite massimo legalmente consentito per l’aggiunta di bicarbonato di potassio è di 1,3 g/l. Questa dose corrisponde all’equivalente di 0,65 g/l di acido solforico o 1 g/l di acido tartarico, valori che offrono un punto di riferimento per la corretta proporzione. Superare tale limite è tassativamente vietato, non solo per le ragioni sopra menzionate, ma anche per ragioni di sicurezza alimentare e rispetto delle normative vigenti.

È fondamentale sottolineare che il dosaggio ottimale del bicarbonato di potassio non è un valore fisso, ma dipende da diversi fattori, tra cui il tipo di uva, le condizioni climatiche dell’annata e l’acidità iniziale del mosto o del vino. Un’analisi chimica accurata, effettuata da un laboratorio specializzato, è quindi indispensabile per determinare la quantità di bicarbonato di potassio necessaria in ogni singolo caso.

In conclusione, la deacidificazione con bicarbonato di potassio rappresenta uno strumento utile e versatile per la correzione dell’acidità del vino, ma la sua applicazione richiede competenza e precisione. Il rispetto del limite massimo di 1,3 g/l e la consulenza di esperti enologi sono fondamentali per garantire la qualità e la sicurezza del prodotto finale, preservando l’integrità e l’espressione del terroir. Ricordarsi che la qualità del vino risiede nell’equilibrio, e un intervento chimico, per quanto necessario, deve essere sempre calibrato con precisione e consapevolezza.