I caratteri cinesi sono ideogrammi?

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La scrittura cinese utilizza simboli, spesso definiti ideogrammi, per rappresentare parole o concetti. Il mandarino, in particolare, possiede un vasto repertorio di questi simboli, stimato in oltre 50.000. Tuttavia, i dizionari contemporanei tendono a registrare un numero più limitato di ideogrammi effettivamente impiegati, raramente superando i 20.000.

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Gli ideogrammi cinesi: un’etichetta accurata o un’eccessiva semplificazione?

L’affermazione che i caratteri cinesi siano “ideogrammi” è tanto diffusa quanto potenzialmente fuorviante. Sebbene la definizione superficiale di ideogramma, ovvero un simbolo grafico che rappresenta un’idea o un concetto, sembri aderire alla natura dei caratteri cinesi, un’analisi più approfondita rivela una realtà ben più complessa e affascinante.

È innegabile che la scrittura cinese utilizzi simboli, alcuni dei quali, in origine, si ispiravano a rappresentazioni pittoriche del mondo reale. Pensiamo al carattere per “sole” (日, rì), che ricorda vagamente un cerchio con un punto al centro. Questi primi pittogrammi rappresentavano oggetti concreti. Tuttavia, con il tempo, la lingua e la sua rappresentazione grafica si sono evolute in modo significativo.

Il mandarino, come lingua con una storia millenaria, si avvale di un vastissimo repertorio di caratteri, spesso stimato in cifre impressionanti, che superano abbondantemente i 50.000. Ciononostante, la maggior parte di questi caratteri sono varianti arcaiche, forme specializzate o semplicemente desuete. I dizionari moderni si concentrano su un nucleo più ristretto, generalmente inferiore ai 20.000 caratteri, sufficienti per la lettura e la comprensione della stragrande maggioranza dei testi contemporanei.

La vera complessità emerge quando si considera la composizione dei caratteri stessi. Molti caratteri cinesi non sono semplici rappresentazioni di idee singole. Al contrario, sono composti da elementi più piccoli, chiamati radicali, che combinandosi offrono indicazioni sia sul significato che sulla pronuncia del carattere. Ad esempio, un carattere può essere composto da un radicale che suggerisce un’associazione semantica, come il radicale dell’acqua (氵), presente in caratteri che riguardano fiumi, mari o liquidi, e da un altro elemento che funge da indizio fonetico, aiutando a dedurre la pronuncia.

Questo sistema combinatorio rende la scrittura cinese molto più efficiente e flessibile di un puro sistema ideografico. Permette di creare nuovi caratteri a partire da elementi esistenti, esprimendo concetti complessi e sfumature di significato. La presenza di elementi fonetici all’interno dei caratteri attesta un’evoluzione dalla semplice rappresentazione di idee alla combinazione di significato e suono.

Quindi, definire i caratteri cinesi esclusivamente come “ideogrammi” rappresenta una semplificazione eccessiva. Un termine più accurato sarebbe forse “logogrammi”, sottolineando il fatto che ogni carattere rappresenta una parola o un morfema (l’unità minima di significato), piuttosto che una semplice idea. Tuttavia, anche questa etichetta non coglie appieno la ricchezza e la complessità del sistema di scrittura cinese.

In conclusione, la scrittura cinese è un sistema unico e affascinante, frutto di una lunga evoluzione. Sebbene alcuni caratteri abbiano origini ideografiche, il sistema nel suo complesso si è sviluppato in una direzione molto più sofisticata, integrando elementi semantici e fonetici. L’uso del termine “ideogramma” può servire come punto di partenza, ma è fondamentale approfondire la conoscenza della composizione e della funzione dei caratteri per apprezzare appieno la bellezza e l’ingegnosità di questa antica forma di scrittura.