Quali sono i raggi che fanno abbronzare?

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I raggi che inducono labbronzatura sono i raggi UV-A. Costituiscono il 98% dei raggi UV che raggiungono la Terra e hanno una lunghezza donda compresa tra 320 e 400 nm. Gli UV-A favoriscono labbronzatura, ma causano anche danni cutanei.

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Il Sole Amico-Nemico: I Raggi UV-A e il Mito dell’Abbronzatura Perfetta

L’abbronzatura è da sempre associata a un’immagine di salute, vitalità e bellezza. Chi non desidera sfoggiare una pelle dorata dopo una vacanza al mare? Tuttavia, dietro questa patina ambrata si cela una verità meno lusinghiera: l’abbronzatura è in realtà una risposta difensiva della pelle a un’aggressione. E i principali responsabili di questo processo, spesso frainteso, sono i raggi UV-A.

Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, non tutti i raggi ultravioletti sono uguali. Lo spettro UV si divide in tre categorie principali: UV-A, UV-B e UV-C. Mentre gli UV-C vengono fortunatamente bloccati dall’atmosfera terrestre, i raggi UV-A e UV-B raggiungono la superficie del nostro pianeta e interagiscono con la nostra pelle. Ed è qui che entra in gioco il ruolo controverso degli UV-A.

Gli UV-A: i tessitori dell’abbronzatura, i complici dell’invecchiamento

Rappresentando circa il 98% dei raggi UV che arrivano sulla Terra, gli UV-A penetrano profondamente nel derma, lo strato più interno della pelle. La loro lunghezza d’onda, compresa tra 320 e 400 nanometri, permette loro di attivare i melanociti, le cellule responsabili della produzione di melanina, il pigmento che colora la nostra pelle. Questo processo, innescato dall’esposizione ai raggi UV-A, porta alla comparsa dell’abbronzatura.

Tuttavia, questa doratura tanto ambita ha un prezzo. Gli UV-A, pur essendo meno potenti degli UV-B nel causare scottature immediate, contribuiscono in maniera significativa al fotoinvecchiamento cutaneo. La loro azione prolungata nel tempo danneggia le fibre di collagene ed elastina, responsabili della tonicità e dell’elasticità della pelle. Il risultato? La comparsa prematura di rughe, macchie solari e un aumento del rischio di sviluppare tumori della pelle.

Abbronzatura “sicura”: un’illusione pericolosa?

Spesso si sente parlare di lampade abbronzanti che emettono prevalentemente raggi UV-A, presentate come un’alternativa più sicura all’esposizione solare. Questa affermazione è fuorviante e pericolosa. Sebbene l’assenza di scottature immediate possa dare l’impressione di una minore aggressività, gli UV-A continuano a danneggiare la pelle in profondità, contribuendo al fotoinvecchiamento e aumentando il rischio di cancro cutaneo.

Protezione solare: l’arma più efficace contro i danni degli UV-A

La consapevolezza dei rischi associati all’esposizione ai raggi UV-A è fondamentale per proteggere la nostra pelle. L’utilizzo di una crema solare ad ampio spettro, in grado di filtrare sia i raggi UV-A che gli UV-B, è essenziale per prevenire i danni cutanei. È importante scegliere un fattore di protezione adeguato al proprio fototipo e applicare la crema generosamente e frequentemente, soprattutto dopo il bagno o in caso di sudorazione eccessiva.

In conclusione, l’abbronzatura, spesso considerata un simbolo di bellezza, è in realtà una reazione di difesa della pelle all’aggressione dei raggi UV-A. Sebbene questi raggi siano i principali responsabili della doratura della nostra pelle, è cruciale ricordare che la loro azione prolungata nel tempo può causare danni irreversibili. Pertanto, la protezione solare e una corretta informazione sono le armi più efficaci per godersi il sole in sicurezza e preservare la salute della nostra pelle.