Quando piove ci sono turbolenze?
La turbolenza in aria chiara (CAT) può verificarsi lontano dai temporali. Le perturbazioni delle correnti a getto, indotte dalle tempeste, ne sono la causa principale, creando moti daria irregolari anche in assenza di nuvole.
Turbolenza e pioggia: un legame non sempre scontato
Spesso, quando viaggiamo in aereo e incontriamo turbolenza, il nostro primo pensiero va al maltempo. Immaginiamo tempeste furiose e cumulonembi torreggianti che scuotono il velivolo. E in effetti, i temporali sono una causa frequente di turbolenza. Ma la relazione tra pioggia e turbolenza non è così diretta come si potrebbe pensare. Anzi, a volte, il cielo può apparire limpido e sereno, eppure l’aereo sobbalza improvvisamente. Questo fenomeno, noto come turbolenza in aria chiara (CAT, Clear-Air Turbulence), può verificarsi anche in completa assenza di nuvole e precipitazioni.
La CAT rappresenta una sfida significativa per i piloti, proprio per la sua invisibilità ai radar meteorologici tradizionali. A differenza della turbolenza associata alle tempeste, che può essere individuata e in parte evitata, la CAT si manifesta in cieli apparentemente tranquilli, rendendola imprevedibile e potenzialmente pericolosa.
Ma cosa causa queste improvvise scosse in assenza di maltempo visibile? La risposta risiede principalmente nelle correnti a getto. Questi fiumi d’aria ad alta velocità, che scorrono nella parte alta dell’atmosfera, possono essere perturbati dalle tempeste, anche quelle lontane dalla rotta dell’aereo. Immaginate un ruscello che scorre velocemente: un ostacolo a monte, come un sasso, può creare turbolenze e vortici anche a valle, in una zona apparentemente calma. Allo stesso modo, una tempesta può agire come un “sasso” nelle correnti a getto, generando ondulazioni e moti d’aria irregolari a grande distanza.
Queste ondulazioni, note come onde di gravità, si propagano verticalmente e orizzontalmente, creando sacche di aria in movimento caotico. Quando un aereo attraversa queste zone, sperimenta la turbolenza in aria chiara.
Quindi, sebbene la pioggia e i temporali siano spesso associati alla turbolenza, non sono l’unica causa. La turbolenza in aria chiara, generata dalle perturbazioni delle correnti a getto, dimostra che anche un cielo sereno può nascondere insidie per il volo. La ricerca continua a studiare questo fenomeno per migliorare le previsioni e minimizzare i rischi per la sicurezza aerea, sviluppando tecnologie in grado di rilevare queste zone di turbolenza invisibili e permettendo ai piloti di evitarle o di avvertire i passeggeri con maggiore anticipo.
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