Quanti anni ci vogliono per costruire il ponte sullo stretto?

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Nel 2005, il consorzio Eurolink, guidato da Impregilo, si aggiudicò lappalto per la costruzione del ponte. Allepoca, si prevedeva un costo di 3,88 miliardi di euro e un tempo di realizzazione di circa cinque anni e dieci mesi per completare il progetto infrastrutturale.

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Il Ponte sullo Stretto: un’odissea temporale tra promesse e ritardi

Il Ponte sullo Stretto di Messina, un’opera mastodontica che da decenni alimenta dibattiti infuocati e promesse disattese, continua a essere un simbolo di ambizioni infrastrutturali italiane, ma anche di una cronica incapacità di tradurle in realtà. Nel 2005, l’assegnazione dell’appalto al consorzio Eurolink, capitanato da Impregilo, sembrava segnare un punto di svolta. Il progetto, allora stimato in 3,88 miliardi di euro, prevedeva un arco temporale relativamente contenuto: cinque anni e dieci mesi per la sua completa realizzazione. Una tempistica ambiziosa, ma non irrealistica considerata l’esperienza delle società coinvolte e la tecnologia disponibile all’epoca.

Tuttavia, la realtà si è rivelata ben diversa dalle previsioni iniziali. I cinque anni e dieci mesi si sono trasformati in un’attesa indefinita, un’odissea burocratica e politica che ha visto susseguirsi governi, progetti ridimensionati, e soprattutto, un costante rimando della data di inizio lavori, e quindi di completamento. Le cause di questo cronico stallo sono molteplici e intrecciate, andando ben oltre i semplici problemi ingegneristici.

Si può individuare, innanzitutto, una mancanza di visione strategica di lungo termine. Il progetto, soggetto a continue revisioni e modifiche, ha risentito dell’instabilità politica e della difficoltà di raggiungere un consenso unanime su aspetti fondamentali, dalle modalità di finanziamento alle scelte progettuali. Ogni cambio di governo ha portato con sé una rivalutazione del progetto, spesso con conseguenti ritardi e aumento dei costi.

Inoltre, il contesto normativo italiano, complesso e spesso farraginoso, ha contribuito a rallentare l’iter burocratico. L’intreccio di autorizzazioni, permessi e valutazioni di impatto ambientale ha creato un labirinto normativo che ha intrappolato il progetto in una spirale di lungaggini.

Infine, il fattore economico ha giocato un ruolo cruciale. Le continue rivalutazioni dei costi, dovute sia ai ritardi che all’inflazione, hanno reso il progetto sempre più oneroso, generando dubbi sulla sua sostenibilità economica e politica.

In conclusione, rispondere alla domanda “Quanti anni ci vogliono per costruire il ponte sullo Stretto?” è impossibile. La risposta, oggi, non è un numero, ma un interrogativo aperto, un simbolo dell’eterna battaglia tra ambizione e realtà, tra progetti faraonici e la concreta difficoltà di realizzarli nel contesto italiano. La storia del Ponte sullo Stretto non è solo la storia di un’opera incompiuta, ma anche la storia di un paese alle prese con la sfida, ancora irrisolta, di conciliare grandi progetti infrastrutturali con efficienza, lungimiranza e stabilità politica.