Quanto si può stare in apnea sott'acqua?

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La capacità di apnea varia da individuo a individuo. Mentre record eccezionali superano i 24 minuti, la maggior parte delle persone riesce a trattenere il respiro comodamente tra mezzo minuto e un minuto e mezzo.
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L’enigma del respiro trattenuto: un viaggio nell’apnea umana

L’apnea, l’arte di trattenere il respiro sott’acqua, affascina e intimorisce allo stesso tempo. È un’esperienza intima, che mette a nudo la nostra relazione intrinseca con l’ossigeno, un elemento vitale spesso dato per scontato. Ma quanto a lungo possiamo effettivamente sopravvivere senza respirare? La risposta, sorprendentemente complessa, non si riduce a un semplice numero.

La capacità di apnea varia drammaticamente da persona a persona, un caleidoscopio di fattori genetici, fisiologici e di allenamento che determinano la performance individuale. Mentre i record mondiali, frutto di anni di dedizione e allenamento specialistico, sfiorano i 24 minuti, la realtà per la maggior parte della popolazione è ben diversa. La capacità di trattenere il respiro in apnea statica (senza movimento) o in apnea dinamica (in movimento orizzontale) in condizioni di comfort si colloca, in genere, tra i 30 secondi e i 90 secondi. Questo lasso di tempo, pur apparendo breve rispetto agli straordinari risultati degli apneisti professionisti, rappresenta comunque un limite fisiologico significativo.

Diversi fattori incidono su questa variabilità. La capacità polmonare, la tolleranza all’ipossia (carenza di ossigeno) e l’efficienza del sistema nervoso autonomo nel regolare la frequenza cardiaca e la vasodilatazione periferica giocano un ruolo cruciale. Anche l’allenamento specifico, che coinvolge tecniche di respirazione, rilassamento mentale e adattamento fisiologico all’ipossia, influenza notevolmente il tempo di apnea. Un individuo allenato può aumentare considerevolmente la propria capacità, mentre una persona non allenata potrebbe sperimentare disagio già dopo pochi secondi.

È importante sottolineare che, al di là dei record, spingersi oltre i propri limiti in apnea può essere estremamente pericoloso. La mancanza di ossigeno porta a una cascata di eventi fisiologici che, se non gestiti correttamente, possono causare svenimento, danni cerebrali e, nei casi più gravi, la morte. L’apnea, quindi, non è uno sport da praticare in solitudine o senza la necessaria preparazione e supervisione di esperti.

In definitiva, la domanda “quanto si può stare in apnea?” non ha una risposta universale. È una questione intima, legata alle individualità fisiche e alle capacità di adattamento. Mentre i record superano i confini dell’umano, la maggior parte di noi trova la propria soglia di comfort in un intervallo di tempo molto più breve, una finestra temporale che ci ricorda la delicata e preziosa interdipendenza tra il nostro corpo e l’aria che respiriamo. La consapevolezza di questi limiti è fondamentale per avvicinarsi a questa pratica con rispetto e sicurezza.

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