Quanto zucchero nel mosto per aumentare il grado alcolico?

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Laggiunta di saccarosio al mosto incrementa il grado alcolico del vino. Per i vini bianchi, si usano 1,7 kg/hl per ogni grado desiderato; per i rossi, 1,8 kg/hl. Queste dosi sono standard nellenologia.

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Zucchero nel mosto: la delicata alchimia del grado alcolico

La domanda è antica quanto la vinificazione stessa: quanto zucchero aggiungere al mosto per ottenere il grado alcolico desiderato? La risposta, pur basandosi su principi scientifici consolidati, non è mai univoca e richiede esperienza e sensibilità. Mentre l’aggiunta di saccarosio è una pratica enologica comune per correggere carenze zuccherine del mosto e raggiungere il grado alcolico target, un approccio semplicistico può compromettere la qualità e l’equilibrio del vino finale.

Partendo dalle dosi standard, generalmente si considera che 1,7 kg di saccarosio per ettolitro di mosto aumentano il grado alcolico di circa un grado nei vini bianchi, mentre per i vini rossi la dose sale a 1,8 kg/hl. Questa differenza è dovuta alla maggiore presenza di sostanze estrattive nei mosti rossi, che influenzano la fermentazione e la percezione del grado alcolico.

Tuttavia, questi valori sono solo un punto di partenza. L’enologo esperto non si limita ad applicare una formula matematica, ma considera una serie di variabili cruciali:

  • Vitigno: Ogni varietà d’uva ha una propria composizione chimica e un potenziale alcolico intrinseco.
  • Annata: Le condizioni climatiche dell’annata influenzano la maturazione delle uve e quindi la concentrazione zuccherina del mosto.
  • Tipo di vino: Un vino da dessert richiederà un grado alcolico più elevato rispetto a un vino bianco fresco e leggero.
  • Lieviti: Diversi ceppi di lievito hanno differenti capacità fermentative e tolleranze all’alcol.
  • Temperatura di fermentazione: La temperatura influenza l’attività dei lieviti e la produzione di alcol.

Un’aggiunta eccessiva di zucchero può portare a squilibri nel vino, con una percezione alcolica aggressiva, una minore complessità aromatica e un finale caldo e pesante. Al contrario, un apporto insufficiente può risultare in un vino debole, diluito e suscettibile a difetti microbiologici.

Oltre alla semplice correzione del grado alcolico, l’aggiunta di zucchero deve essere gestita con attenzione per evitare fermentazioni tumultuose e incomplete. Un’aggiunta graduale e frazionata, monitorando costantemente l’andamento della fermentazione, permette un maggiore controllo del processo e un risultato finale più armonico.

In conclusione, mentre le dosi standard di 1,7 kg/hl per i bianchi e 1,8 kg/hl per i rossi forniscono un utile riferimento, l’arte dell’enologo risiede nella capacità di adattare questi valori alle specifiche caratteristiche del mosto e alle peculiarità del vino che si desidera ottenere. La gestione oculata dell’aggiunta di zucchero è un elemento fondamentale per raggiungere l’equilibrio e l’eleganza che contraddistinguono un grande vino.