Cosa deve garantire il sistema di conservazione dei dati informatici?

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La conservazione digitale, secondo lart. 44 del CAD, assicura che i documenti informatici siano autentici, integri, affidabili, leggibili e facilmente reperibili nel tempo, garantendo la loro validità giuridica.

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Il Sistema di Conservazione Digitale: Pietra Angolare dell’Affidabilità Informatica

Nell’era digitale, dove l’informazione fluisce incessante e la sua volatilità è una sfida costante, la conservazione digitale assume un ruolo cruciale. Non si tratta semplicemente di “salvare” dati, ma di garantire la loro persistenza, integrità e fruibilità nel tempo, trasformando il dato effimero in una risorsa strategica a lungo termine.

L’articolo 44 del Codice dell’Amministrazione Digitale (CAD) definisce i requisiti fondamentali che un sistema di conservazione digitale deve soddisfare. Questi requisiti non sono semplici adempimenti burocratici, ma rappresentano i pilastri su cui si fonda la validità giuridica e l’affidabilità di un documento informatico. Analizziamoli nel dettaglio:

1. Autenticità: Un sistema di conservazione deve garantire che il documento informatico sia realmente ciò che dichiara di essere e provenga dalla fonte dichiarata. Questo implica l’implementazione di meccanismi robusti di identificazione e autenticazione, come firme digitali qualificate e marche temporali, che permettano di legare inequivocabilmente il documento al suo autore e al momento della sua creazione. L’autenticità, in sostanza, scongiura la manomissione e l’usurpazione d’identità.

2. Integrità: La conservazione digitale deve preservare la completezza e l’inalterabilità del documento. Qualsiasi modifica, anche involontaria, deve essere rilevabile e documentata. Questo richiede l’utilizzo di checksum, hash crittografici e altri strumenti che consentono di verificare se il documento ha subito alterazioni nel tempo. L’integrità è la garanzia che l’informazione custodita sia esattamente quella originaria, senza aggiunte, omissioni o modifiche non autorizzate.

3. Affidabilità: Un sistema di conservazione deve ispirare fiducia. Questo significa che i processi di conservazione devono essere tracciabili, auditabili e basati su procedure definite e documentate. La trasparenza e la verificabilità sono essenziali per dimostrare che la conservazione è stata effettuata in modo corretto e secondo le best practices del settore. L’affidabilità è la promessa che il sistema di conservazione è gestito in modo professionale e rigoroso.

4. Leggibilità: La semplice conservazione di dati binari non è sufficiente. Il sistema di conservazione deve assicurare che il documento sia leggibile e comprensibile nel tempo, anche quando i formati originali diventano obsoleti o i software necessari per la loro visualizzazione non sono più disponibili. Questo implica l’adozione di strategie di migrazione, emulazione o conversione a formati standard e aperti, garantendo l’accesso all’informazione anche nel lungo periodo. La leggibilità è la chiave per sbloccare il valore del documento nel futuro.

5. Reperibilità: Il sistema di conservazione deve facilitare la ricerca e il recupero dei documenti in modo rapido ed efficiente. Questo richiede l’implementazione di sistemi di indicizzazione, metadati descrittivi e funzionalità di ricerca avanzata. La reperibilità trasforma un archivio di documenti in una miniera d’informazioni, accessibile e utilizzabile.

In sintesi, un sistema di conservazione digitale efficace non è solo un archivio di dati, ma un ecosistema complesso che garantisce la persistenza, l’integrità, la fruibilità e la validità giuridica dei documenti informatici. La sua corretta implementazione è fondamentale per assicurare la trasparenza, la responsabilità e l’efficienza di qualsiasi organizzazione, pubblica o privata, che gestisca informazioni digitali di valore. Ignorare questi requisiti significa mettere a rischio non solo la conformità legale, ma anche la memoria e la capacità di apprendimento di un’intera organizzazione.